Pubblicato il 06/09/2015 01:58:13
Lunga vita ai fantasmi buoni (in ricordo di R. Williams)
Chissà quale solitudine sarà piombata addosso a Carlo Valli, quel pomeriggio alieno d’agosto. A stento sarà riuscito a computare l’agenzia di stampa che confermava i risultati dell’autopsia: “Robin Williams si è suicidato”. Come un ventriloquo smascherato avrà appoggiato le sue parole nel guardaroba di un’altra infanzia dove gli alfabeti riposano per sempre nei taschini delle camicie estive.
Devo così tanto a tanti estranei che mi sento ospite di molti fantasmi buoni addossati al volo radente d’altri parti naturali. Al prof. keating devo una torsione creativa, un’esultanza visionaria una fune campanaria che si avvolge all’edera silenziosa del dolore incarognito. La mia immaginazione era allora pura ardesia, punteggiata da stelle quindicenni in cerca d’occasione per sfidare la ferrata che fiancheggia il costone più all’oscuro.
Guardare il mondo da angolazioni diverse, rifiutare le succursali della nebbia, calibrare la cattedrale della voce, era qualcosa che spezzava il telaio dell’usuale, qualcosa che spingeva le mie parole a non seguire il tracciato predisposto dai piani di volo. Ricordo i miei primi pensieri indossati dall’inchiostro come una scialuppa tenuta a galla da qualcuno.
Non so davvero quante strade divergono in un bosco, né se quella che intrapresi avesse svolte più pregnanti, ma so per certo che non smetterò di trascinare il mio cuore più coriaceo lungo questa carrareccia. Continui pure la polizia forense a diramare i suoi rapporti, la curia argomenti i suoi distinguo, ciancino ancora gli psicologi dal tiepido pulpito, ma nessuno spingerà la sua ombra attrice fuori dal campo sacro della mia riconoscenza.
(Carlo Valli è lo storico doppiatore italiano di R. Williams).
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