Pubblicato il 27/11/2015 21:22:08
Uno sguardo limpido il sorriso dolente e puro a ricordare che la malattia non la imbavagli su un letto di contenzione non ne ammutolisci il grido e la diversità non si cela dietro un muro.
Scrivesti che la donna è un pugno di dolore in un crescendo lirico d'emozione ma dalla tua croce senza giustizia che fu il manicomio ne uscì una Poetessa colma d'amore.
Sono trascorsi ormai sei anni dalla tua partenza nel freddo mattino milanese del primo novembre.
E la Musa piange ancora di una stella luminosa l'animo cortese, mentre la malinconia scolora la sera nel rimpianto di un'assenza che ancora resta.
Il manicomio ti ferì con feroci artigli, ma a me piace ricordarti libera tra le vie di Porta Ticinese verso il Caffè Chimera col vestito della festa il passo alato della poesia ed il sorriso niveo di una bambina mentre passeggiavi lungo i tuoi Navigli.
Ricordando Alda Merini
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