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Appunti di una mente schizofrenica

di Adielle
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Pubblicato il 21/02/2016 02:44:44

In fondo anch'io morirò

e andremo in collera allora

su panneggi d'oltremura

sventolando bandiera bianca del tuo costato

gridando al sortilegio

complotto per il colore sbagliato di un occhio

quell'altro spento da due giorni a cercare nel pozzo della memoria

contorni diffusi con cui confondere le più recenti immagini

di una vittoria sfiorata, sfiorita, data in pasto ai carnefici

col pollice verde, smeraldo di antiche forpici.

Ma l'unicità servoassistita dipende dalla durezza

dell'assorbimento metallurgico, la carta

come affinamento sottile dell'arte di arrangiarsi all'infinito

evasione dal sistema ternario, trino:

si, no, forse

contrassegno di sfolgoranti possibilità

come si cancella l'ultimo verso scritto a matita?

Basterà occludere il chakra della vista al turbinare mutilato degli occhi.

- L'unico cielo che voglio guardare ha nuvole nei tuoi occhi distanti-.

Per questo fletti di un semitono lascivo il lampadario di un valzer

smorza l'andare a valle della luce col montevelcro del divano

contrabbandato in fase d'acquisto

lo vedi gorgogliare di spremute fragole, nel video in cui resisti

in villa comunale, al richiamo della mollica d'affondare:

in ghirlande d'acqua dolce spezzi il pane.

In corsivo scorrono sopra le foglie i sottotitoli

su venature fuorimoda, in fatto di stagioni balneari.

-Nello stagno del mio inconscio faccio il bagno con le carpe-.

Così come appare, scrisse in un andirivieni etilico

dai suoi stati di clausura

alla boccata quotidiana d'ossigeno rendendo omaggio

nel cortile laico di ogni scuola.

Comunque prevede una preghiera

per il rilascio di endorfine a piedelibero.

Scaltra la saetta scalza anche queste nuvole, le lascia  nude

fino alle caviglie bagnate dall'anima

mentre i primi usignoli allineano giovani Cristi

sulle mensole di porcellana del mattino crocefisso.

Non ho requie saltimbanco! Non ho scampo, in requiem l'ora d'aria.

O la porta si chiude o basta un polmone sinistro.

O un coito.

Qualunque invito ha una misericordia in sè distante

attraverso un dolore senza forma

dall'usura del mezzo.

Godo, grondante i miei smerigli

faccio un prezzo che non puoi pagarmi

potrai dire forse, ancora, qualche passo di danza

se ti reggono le labbra

ma del resto un debito costante.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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