Pubblicato il 13/05/2016 21:46:13
Strabismo di Venere
Dall’oculista baravo sulla grafia spietata del tabellone luminoso, inventavo lettere, componevo alfabeti per restare aggrappato al convoglio della chiarezza.
Oggi non temo più la sfasatura ho imparato a vedere senza stanghette novene di parole rimaste abbozzate riverberi di sentimenti stralciati da un esatto campo visivo.
C’è un mondo che teme di essere visto che si dispone per dettagli evasivi, c’è un mondo che amo che tende a sottrarsi, a non farsi notare, a disporsi sul limitare di una radura scontrosa.
Ci vuole uno spreco di lenti sbagliate per avvicinarsi a vedere la vita senza stampelle di bende oculari, per dire ti amo senza terrore che il buio ricopra il nitore.
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