I rancori
Sfumato, come in penombra
A giocarmi il posto migliore con il gatto
Che non ne vuole sapere nell’indolenza sua felina
Di attivare energie inutilmente protese
Nel quotidiano fare.
Ieri ti ho vista ancora esplorare
Il tuo vero, un intimo desiderio di toccarmi.
Ma io a volte rimango come senza speranza
Rivolto al tramonto di questa mia vita
Assalito quasi dai molti che ho conosciuto
E che l’anno già lasciata. Come se la mia umanità
Non appartenesse a nessuno.
In questo passa il mio novecento
E si tramuta in soffio anche il suo vento,
Appena percepito
Da questo gatto immobile,
Riottoso di lasciare a me il suo bel posto e
Rimango così , meravigliato da questo aspetto
Di ricerca d’equilibrio, intimità che anche tu forse desideri,
Forse con nostalgica bramosia dei nostri primi incontri.
Di quell’energia che io vorrei riprovare, ed ancora ed ancora,
Vorrei che la distanza tra noi si riducesse a niente
Ad un soffio impalpabile, per annullare i rancori,
Tra di noi.
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