Quando ascolterà la cascata
quel groppo silenzioso
aggrappato ai suoi massi e
quando, tra il fragore
s’accorgerà della lacrima che
sullo zigomo scivola, lenta?
Sotto il salice raggi di sole s’infiltrano,
dondolandosi,
quietamente sulle foglie tintinnanti
e tra le ciglia, tentennanti, degli amanti
che, lungamente, si attraversano
osservandosi.
Dietro il vetro sottile, tremulo,
compare un arcobaleno nel freddo
pomeriggio, mentre poi a sera legna
di faggio arde là, dentro quelle pupille;
e l’odore si sposa alle ossa, sotto
la pelle che sciagurata brucia.
Risate scroscianti
vetri di colpo infranti
se solo, si lasciassero
bendare gli occhi
gli amanti!
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