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A caccia di raggi stellari

di Adielle
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Pubblicato il 10/11/2016 02:44:26

A caccia di raggi stellari

troppa Luna tra gli strali scagliati nel cielo.

Volando da tempo, le tempie spossate

posate sul comodino

lo spigolo di turno, il buio mignolo

preludio alla bestemmia del bagno

all'alba, alle prime luci del mattino

svegliarsi in contumacia dal proprio destino

momentaneamente liberi di agire

col proprio sentire e il proprio sedere

ancora privi di udito;

inaudito il condominio dei miracoli

apparecchia una tavola, la banda la imbandisce

con prelibate pietanze, divise per alibi:

due pere, due banane, così una te la mangi

e battute del genere, senza dare di gomiti

che non abbiamo più tredic'anni oggi a colazione.

Anzi a guardami perdo i colpi.

Dalla finestra, la solida palude pallida

dove vedo perdersi gli eroi, ogni volta che scoppia una guerra.

Questi americani come mi giustificano la California?

I pappagalli di Siviglia sono più grandi dei nostri piccioni

ma le rondini

volano sui polsi, sulle pinne dorsali degli amanti della vecchia maniera

la scuola è la vita, la festa è finita

e neanche un perchè

tutto

viene dal niente

come predetto

secoli fa.

Preferisce star zitta

alla finestra

guardare soltanto

quando cade una stella

più bella di lei

poi chiede perdono

d' esser stata superba

davanti a uno specchio

a forma di vita

che la tiene con sè

riflessa che prega

di passare di là

Lei non dice mai niente

ma che freddo fa.

Ma che freddo fa.

 

Passami la ghirlanda che si consegna ai bracconieri

raggi stellari sudati sul tavolo, presi al lazzo

come cowboy, dove ieri si abbeveravano dei sogni di passaggio

e oggi io canto, strimpello garrulo

la parola sbagliata in viaggio, l'ingaggio di un significato

e offendo qualcuno e l'ingranaggio mi trita

la tecnica del fango, nel nostro giardino

ha spiccato frutti maturi da giovani rami

e siamo già vecchi, di terza mano.

Ma se mi pungo di nuovo con le sue spine

questo cucciolo di rosa lo affogo nella fontana in piazza

chiuso in un sacco.  Lo giuro.

La mia dolce metà.

La parte oscura e superba di me che ammazzerebbe sua madre.

E la sua salvezza sono le leggi del mercato.

E la notte russa tranquilla nel suo angolo di terremoto.

Chiedo perdono un' altra volta.

In questa vita.

Ma poi lo stesso sangue conosce la strada

per fare la pace.

Basta non versarlo, benedire gli altari, gli spazi vuoti

i significanti e i significati

col comune senso del pudore a mio velo pietoso.

Questi possenti cardini a quercia di radice

mantengono la porta che mi apre a voi.

 

 


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