Mentre mi sbuccio una mela appassita
Ti fai brezza, lungo la curva schiena
Un ambiguo languore mi fa preda
All’indomabile sorriso indifesa.
Se rido e sono felice ti penso,
Cangiante l’oscurità
Ogni cosa si distende.
Nessuna lotta più è in corso,
Come luna e marea complici siamo
I nostri abbracci hanno suono di onde,
Come velieri in procelloso mare
Però verso oriente.
Da un cielo di porcellana in picchiata
Gli albatri sprofondano, come gli occhi,
Tra i marosi, verso oriente però,
Le guance s’accendono di porpora.
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