Ho coltivato nell’orto della mente
desiderio d’esser
diafana come porcellana.
Timide sillabe sono disordini d’amore,
freschi dosaggi chimici.
Ho guardato lo specchio
per solleticare i frammenti
con le dita in uno strano gioco
il vetro taglia come quando
frasi d’offesa si gettano
sul corpo.
Cosa è successo al gemito primordiale
che ha strutturato parole,
archetipi di frasi intere
perché la luna in tempi antichi
regolava ormoni
dosandoli in una misteriosa alchimia.
Cosa è rimasto
della magia, gioco di sguardi
e d’energia soffusa.
Le leggi nelle tribù derivano
da saggezza di linee di fuoco
l’universo ha insegnato che
anziani raccolti in cerchio
aprono i loro cuori
a bambini scalpitanti.
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