Dalla vecchia stradina
che porta al mare
allo scurir dell'imbrunire
un piccolo golfo mi appare
prima che la nebbia
inizi a salire.
Spinge le onde un furioso vento
su neri scogli si abbattono
con schiuma violenta
tale da far spavento
finché vinte e stanche
si infrangono nella tormenta.
Scuro e silenzioso
l'austero monte
si oppone indifferente
a cupe nubi già a lui di fronte
ché già ne è ricco il cielo rasente.
Pian piano la luce si attenua
l'aria minacciosa si fa trascinante
il freddo presto si accentua.
Una voce sembra
dall'interno sussurrare:
corri al riparo incauto viandante!
Addio giorno
la notte ormai appare.
Ti ho consumato
per ciò che ho dovuto!
Un gelido brivido
mi afferra e poi scompare.
Ti ho consumato
giorno caro
per il non voluto!
Mi volto:
che sorpresa vederti o mio amato!
L'anima mia non è più mesta
perché immensa è la gioia di averti
in questa irosa notte di tempesta.
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