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Rose spezzate

di Giulia Bellucci
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Pubblicato il 24/11/2017 14:16:26

E piangono i giardini di maggio

lacrime confuse con la pioggia.

Sparute rose rubate al sole

dentro vasi di vetro e senza spine

chinan le corolle su gli steli

e già cospargono i loro

petali senz’alcun fragore.

 

Eppur da quel vago senso 

di possesso senza consenso

presagi affioravano, incompresi

che non fosse un solo acquazzone 

e più non s’arresta l’avanzare

della brutale marea. 

 

Passano lune nell’attesa che torni

la bestia principe ancora.

Ed emettono stridore le lettere 

scarlatte in frantumi dell’amore

come le silenti grida 

per ritegno debito celate.

 

Però ebbe tutto inizio nella Genesi

con Adamo e la sua costola, 

supremazia conclamata

per quella maggior forza innata.

Ah, se Dio si fosse fatto donna, 

non staremmo a ragionare

di giorno in giorno

d’amorose prevaricazioni. 

 

E restano appassiti quei petali 

e le lettere frantumate

ma dietro il vermiglio colore

si nasconde sempre la vera forza 

che regola il progredir del mondo.


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