Poeti, cantautori, uomini d'arte,
son desolato di non riuscire a vedermi consacrato
nei righi candidi, tratto arabesco, d'un attestato.
Non ho salvacondotti metrici racchiusi in un cassetto,
della mia razza, Dio santo, son stato unico - l'ammetto!-
ad aver cercato di scarabocchiare i miei schiamazzi in reti da bracconiere,
nel desiderio matto d'evitar foglie d'alloro, e carote nel sedere.
Poeti, scrittori, imbianchini stanchi,
artisti da baccellierati
non siete stufi di vendere, al metro,
i vostri gioielli grafici
i vostri starnuti poetici
come carta d'apparati?
Dal mio dolore, dalle mie sconfitte,
non scorgo orizzonti mistici di vendetta:
il calore infernale della fama non m'abbronza,
in cerca, al massimo, di rime baciate
con seriche terzine della Fiamma Monza.
Poeti, cantautori, cattivi samaritani, autori di corte,
son desolato di non riuscire a affezionarmi ad attestati,
della mia morte.
[Versi Introversi, 2008]
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