non può fare a meno di trovare
il fondamento il sacro scambio che rilega
il suolo amato con i larghi d'aria -
rivolta in sé e a un tempo tutta offerta
al bagliore della carne, che dischiude-
Nel profumo che rimane imperituro
“ sbaglieremmo a chiamare sempre Madre
questo succo? Questo latte che ci dice della fonte,
di una promessa antica mantenuta?"
La luce che mi permette di vedere
e la figura che io vedo chiara
coincidono con gli occhi che si chiudono
come una testa Khmer in abbandono...
Basta la tua mano di bambino,
nella veste azzurrocenere dell'isola,
ad aprire una ferita nella rosa,
ricoprendo questi colli dei tuoi fiori.
Se una morte mi accogliesse in questo istante
troveresti sul mio volto il tuo paesaggio,
la stessa compassione e il santimbraccio
tra le albere le uccelle e le fiumesse.