Armando Bettozzi
Mare!
Mare di immense distese e d’attese!
Di pace pasci, o scomposto t’infuri
e d’odio e rancori inondi le terre...
Senza ragione. O se alcuna ne hai
piacerebbe saper, Mare potente!
Mare che affoghi, o che salvi la gente,
cosa nascondi tuttor nei fondali
dentro i crepacci, che il sole non vede
che un viver ricopri, tanto lontano...
sì sconosciuto...e che pur fa paura!
Quanto mistero dall’onda più pura
fin giù sul fondo ov’è roccia...ov’è sabbia.
Vuoto di mare...com’è – su - oltre l’onde
il vuoto di cielo...Quanto mistero!
A mille e a mille migliaia di miglia...
Grandiosità, e vera gran meraviglia,
di placidezza, or, bonaccia, ti vela.
E che sarà domani, e poi ancora
quando la vela mia solcherà l’onda...?
Avrò l’animo tuo sì ben disposto?
O muterai l’umor tutt’all’opposto,
come la luna sa cambiar la donna,
in modo repentino, e a nuova rabbia
mi lascerai fuscello ad annaspare
tra l’inconcrete onde, senza presa?
Pagherò io per ogni altrui offesa?
Mi sveleresti, allora, i tuoi misteri?
O lascerai andare la mia vela
pur tra la rabbia e l’infuriar dell’onde
finché non sarà quella alfin distesa?
E a galla saliranno le menzogne
gettate a mescolarle con il sale
fino a coprir tragedie e drammi veri
e finalmente farà luce il sole
e fuori ti trarrà dalle vergogne.
Armando Bettozzi
2 luglio 2018
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