Pubblicato il 04/12/2018 13:56:26
Nell'odore dolciastro dell'essenza che brucia lentamente sul posatoio è compreso perfettamente un continente, fiumi deserti spiagge oceani. Già la chiostra bianchissima dei denti s'apre in un largo e buffo sorriso tra la confusione del suk o bazar - sventolano i caffettani e i burnus. Tutte le sfumature dell'ebano passano in quella pelle vellutata carezzata dal vento e dalle mani impazienti dei mercanti di schiavi. Dal deserto del Sahara al Kalaari corrono le pitture rupestri, indigeni che cacciano le antilopi -la savana conserva ancora quegli odori e simili tramonti. Del ceppo bantu o zulu? La zagaglia lo scudo di pelle di vacca un prestigioso trofeo la criniera di leone! Un villaggio di stente capanne sull'altopiano o risalire con lenta vela il Nilo, fellain che si aggira per le vie del Cairo strettissime fenditure senza tempo. Ecco è l'essenza che bruciano le almee sulle ampie terrazze durante le loro danze sfrenate.
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