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Primo Canto Di Gennaio

di Domenico De Ferraro
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Pubblicato il 04/01/2019 14:20:11




PRIMO CANTO DI GENNAIO



Gennaio è giunto con il gelo di sempre, attraverso porte che si chiudono e sogni che volano via dalle finestre aperte verso un nuovo anno. Gennaio con le gambe corte che saltella là nell’aia e non sa dove andare, dove è sepolto il suo cuore d’inverno. Ho scoperto tante cose là tra i miei ricordi, tra giorni uguali, tra giorni e mesi aperti ad altre esperienze. Mesti ricordi ed il mare entra dentro di me, esce senza bagnare il mio sogno fanciullo .

La bellezza del viaggio, le strade che si sono divise , le donne e gli uomini che entrano ed escono dalla loro esistenza s’alzano in volo verso un cielo stellato , mentre le navi dormono nel porto. Ed il dolore ha occhi piccoli e piene di lacrime, ha mani callose, ha una gobba ed il bambino sorride agli ultimi , mentre le ore passano , mentre il mondo cambia , diventa un altro corpo , diventa un nuovo spirito nell’esperienza , nell’eco dei canti, s’elevano nel vento freddo di gennaio alle porte.

Sono qui non vieni a giocare
Non voglio morire dietro questo sorriso
Io non voglio andare via
Prendi la mia mano
Non tradirmi
Non sputare nel piatto in cui hai mangiato
Sono qui che canto
Cosa t’importa di sbagliare
Sono incompreso
Sei stata tradita?
Sono quello che sono, un altro sogno
Non dirmi più quelle brutte parole
Non pregare la sorte
Vai nel vento è canta la pace

Mi sono perso , disperso dentro un'altra storia, dentro un altro canto , inerme come un verme striscio, scivolo via , vado e non conosco l’amore e l’odio altrui . Ed il sole s’immerge sopra i viali solitari , tra le dune di un deserto ove il pensiero prende forma, tra le macchine che corrono nella nostra esistenza . La solcano, l’attraversano vanno dove non si sa, dove finirà questa strada che ci conduce verso un'altra storia. Sole che emerge sopra i tetti delle case rosse e verdi , sopra le piccole case a forma di cuore che palpitano all’ombra degli alberi che dondolano nel vento che attraversa la loro vita. E un gruppo di uomini danzano intorno ad un bidone della spazzatura, mentre la luna cade in mare, la donna si denuda e mostra la sua peluria, il signore si uccide per un strano amore , mentre tutto è giunto alla fine, anche gennaio apre le braccia e abbraccia l’inverno. Freddo che entra con la sua falce , con la sua bocca sbavante, neve e gelo gambe pelose che fanno paura.


Non lasciarmi qui da solo a contemplare la morte
Non voglio bere questo amaro veleno
Non fare tardi stasera
Son forse il signore di questo canto ?
Io sono la strega cattiva
Io sono un folletto e danzo sulle punte dei piedi
Aprite la porta
Venite a danzare con gli uomini intorno al bidone dell’immondizia
Siamo in tanti
C’è spazio per tutti
Non vogliono capire cosa è la logica
Aprite la porta all’esperienza
Aprite la porta a cristo, siamo in tanti e vogliamo vivere
Vivere ed amare, bere veleno di primo mattino , morire ed amare
Adesso lo detto detto grossa
Sono in tre là a cavallo
Saranno i tre magi
Senza la stella cometa
Con i turbanti in testa con i doni per questa umanità ferita

Le rotaie del treno, azzurre come il cielo , si snodano all’infinito , corrono parallele in mezzo alla campagna , per terre sconfinate coperte dalla neve , invase dal freddo, nel canto esule degli uomini di buona volontà . Un canto povero che non ha domani , non ha vestiti, destino solitario come la morte che bussa forte alla porta, che dice fammi entrare , lascia che io sia la tua vita, la tua sorte , il tuo breve sogno che sboccia nella tua cattiva coscienza.

Verranno i giorni freddi , i giorni senza nome e senza pietà che ci lasceranno stupiti nel peccato . Prigionieri nella verità che cresce e matura come un frutto tra i rami dell’albero della vita. Un frutto che un tempo era un fiore ,adesso il sogno del genere umano il loro figlio prediletto. E capirai di non essere solo quando lo vedrai , disteso tra te e ciò che sei , tra il tuo passato ed ciò che sei , tra il mare e la terra , tra il dire ed il fare . Ed il suo spirito è un gabbiano che vola in alto tanto in alto che difficile da seguire .

Chi sei dietro quei occhi
Sono il tuo passato, la tua morte
Ho paura di guardare
Vieni nel mio cuore, siedi dentro di me , signore dei sogni
Fuggo per metri e versi , scopaio nel nulla , nell’amore raggiunto
Predi un bicchiere di liquore ?
Non bevo , sono astemio
Non fare cosi , entra dentro il tuo presepe
Non voglio fare la fine d’Erode
Sei il benvenuto a Bethleem
Non continuare a bere il tuo odio
Mi ritengo un santo
Scagli la prima pietra chi è senza peccato
Venite a danzare intorno al fuoco
Ma questa è follia
Son sempre più vicino i tre magi , sono tre re dai colori diversi
S’avvicinano alla grotta
Fermate questo treno
Non si può, ti rendi conto, non si può tornare indietro
Chi grida li dietro ? il giovane medico balla felice nella sua incoscienza, nel vento pungente , solo sulla fermata dell’autobus , che lo porterà verso casa, verso un altro amore , verso un altro inizio, sua moglie è incinta, suo padre morente dentro un misero letto, tutto è come abbiamo immaginato fosse . Ora pensa all’estate trascorsa , alle verdi scogliere , all’Innocenza che hai lasciato in quei lidi infantili.
Lunghi i grandi viali che conducono oltre questo breve sogno , oltre l’immagine di lei che siede nel mio cuore. Sopra bianche colline di neve che scende fitta nell’animo, come è dolce stare in un angolo in compagnia di un angelo.








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