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Furia

di Stefano Verrengia
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Pubblicato il 16/01/2019 17:56:09

FURIA

Cos'è questo sentimento
che mi divora dentro
come una iena
un cadavere ancora caldo?
Mi logora, sbrana il pensiero,
saldo al mio stomaco
con i suoi canini affamati,
insaziabili.
latrati di sangue
emetto da questa
gola animale,
da bestia selvaggia
che ha per collare
e guinzaglio la cravatta
e per gabbia una giacca,
un sorriso.
O come sono inviso
all'uomo, come disprezzo
il duomo, la casa ed il bar,
le cortesi maniere,
le stupide preghiere
e le sere fra tediose
parole di questi
uomini di cartone.
Canzone mia,
il tuo nutrimento
sia sempre il sangue!
Lascia a queste
bocche ipocrite
il caviale ed il gourmet,
lascia loro il te
e le brocche di vino
francese.
Per noi maiale
ed il vino campestre

con offese
E maleducazione,
sorprese
per noi anime
Complesse!
Lascia loro
queste parole
di seta e velluto,
questo riso
di peste, ossuto 
corpo di muse 
violacee ed oscene.
È altrove la meta 
del nostro cammino,
altrove i nostri 
occhi si posano 
lì dove si sposano 
le stelle ed il buio, 
lì dove ruggisce 
indomito il romito 
canto del vento. 


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