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Una poesia qualunque.

di Stefano Verrengia
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Pubblicato il 13/02/2019 11:40:07

UNA POESIA QUALUNQUE

Amiamoci come cani,
ruggendo come leoni
fra i milioni di fili d'erba,
selvaggio letto
con la luce o l'ombra
come lenzuolo.
Scolo un Bourbon
e scrivo una poesia
che sia madida di sudore
ed affanno, del tuo ansimare
e del tuo urlare intonato
come la regina della notte.
Non me fotte più nulla
dei versi ipocriti
e delle strofe al miele
di questi mediocri 
pennivendoli del 21° secolo. 
Io sono un animale, 
un cinghiale inferocito, 
un rinoceronte impazzito, 
un felino ferito 
che si lecca la zampa
dopo la caccia allo gnu. 
Non cerco alcuna 
gru per le mie rime... 
si alzeranno quando saranno
polvere nel vento, o lo sarò io. 
E sento, sento in me 
una rabbia furibonda, 
un'onda irrefrenabile 
che vuole divorare
il bagnasciuga. 
L'oceano si sta 
impadronendo di me. 
Terminata la poesia
ti sveglierò, 
egoisticamente 
ti sveglierò, 
e ti scoperò ancora
fin quando la mia ira
non diventerà lira, 
un accordo dolce
come un usignolo. 
Mi scolo un oceano
e poi mi consolo 
con qualche verso
ubriaco di disperazione. 
Questa vita è una canzone 
tediosa, mi ha stancato. 
Sono stufo di questo secolo 
di poetucoli da 4 soldi 
che si ficcherebbero 
la penna su per il culo
anche solo per un applauso, 
un raglio di un mulo. 
Sono stufo di questo secolo 
dove abbiamo tutto 
non avendo niente, 
dove le stelle son spente 
e accese le luci, 
dove le bocche arrese
sono quelle dei veri.
Dentro di me ruggisce 
un uragano
e non si può contenere
con una boccia di vetro. 
E’ tetro il mio pensiero, 
ma tu, da questo albero nero,
cogline i frutti,
i rutti, le oscenità, 
le radici profonde. 
Ti prometto che un giorno
caverò dal cielo una galassia
e te ne farò una collana
spaventosa e terrificante,
una margherita ombrosa
e infinitamente pesante,
tale che si spezzerà
il tuo collo delicato. 
E già so che domani 
mattina avrò dimenticato 
tutto, ogni divina ambizione
di scrivere una poesia
qualunque, ispirato
da una sbornia 
qualunque. 
Lascia questo 
foglio sul tavolo, 
Grazie. 


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