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Fra aneto e cinnamomo

di Quin
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Pubblicato il 21/02/2019 14:26:48

FRA ANETO E CINNAMOMO

 

Dove mai troverai la pace uomo                          

che di ogni umor di vita prosciugato  

dentro al deserto viaggi verso un posto                   

in cui non c’è nessuno che ti aspetta?    

                                    

Non qui fra l’ombravento che accarezza,

come un’essenza colma di dolcezza                  

la tua pelle riarsa e stanca                                       

di quella vuota terra troppo bianca:                        

questo è solo un sollievo che scompare:

per un istante hai smesso di cercare.            

 

Non fra i glifi inintelligibili                         

tracciati da antichissimi scribi                               

parole altrui, che una cupola getta                          

in cerchio in alto su un tempio composto                

a celebrare una donna al passato   

ricordando in turchese e giallo cromo.                     

       

Quelle parole no, non ti riguardano         

e il decifrarle solo ti ritarda.                               

 

Dove troverai  mai ciò che ti manca?                                                  

Chiedilo a lei, pellegrina perduta                                 

lei come te dentro al mondo caduta,

se per caso nel suo e nel tuo viaggio                        

appare a entrambi lo stesso miraggio.                           

Forse lei ha qualcosa da offrirti                               

se il tuo bisogno non ti copre gli occhi                  

e ancora riesci a vederla e la tocchi.                    

       

Se un giorno mai la incontri fra la gente              

folta al mercato lascia che a colpirti                        

immagine isolata ed evidente                            

come da tutto diversa e più pura                    

nell’intrico di  vesti e viola e gialle                        

sia più della figura l’andatura.                               

   

Insegui l’ondeggiare delle spalle.                             

Ora rincorrila, subito, presto,

Fra gli odori di aneto e cinnamomo            

Fermala, senza alcun pretesto,                            

chiedilo a lei, anche se con lo sguardo

ancora chiuso, accecato dal sole.                                

 

Parlale ormai, da uomo schivo e tardo,  

di a lei le tue balbettanti parole.

Lei forse sa, lei forse può. E’ con lei                    

e nel tuo viaggio verso lei che tace                              

che tu sei diventato quel che sei.                                            

E’ lei che infine può offrirti la pace                         

quale che sia, foss’anche solamente                         

quella di chi non cerca ormai più niente.          

 

Di chi non cerca ma invece riscopre                    

una parola ormai dimenticata                             

ciottolo strano che la spiaggia copre               

scheggia di voce dal mare smussata              

 

E non sapevi di averla perduta                                 

come chi guarda e non riesce a vedere                

o uno che ha sete ma non sa più bere                     

quasi l’acqua gli fosse sconosciuta.                          

 

Chè lunghi e vuoti sono stati i giorni                 

Di cui il deserto ha cancellato il conto

Stando all’addiaccio o sotto yurte o tende            

Forse è arrivato il tempo che ritorni,                        

Quella parola, forse ora sei pronto:

E non più solo: qualcuno ti attende                   

 

Entrando in lei come si viene al mondo            

Dirai: “Così, ecco, è così che era”                          

Tirando  su come da una miniera                      

Quel po’ di  te che era rimasto in fondo          

 

Ma se quaggiù fra cinnamomo e aneto             

Lei non dovesse oggi palesarsi                                 

Cercala ancora con cuore più lieto

Sarà domani, chi lo sa, può darsi.                      

                                      Quin SamarkandeRomaLug17


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