Poesia che navighi su acque
Di strane improbabili metafore
Di correlati oggettivi insensati
Di finta gioia e vuoti sospiri
Non abbandonarmi qui sulla scogliera
Le mani e i piedi piagati dalle lame
Taglienti della roccia.
La tua sagoma nera
Il pinnacolo bianco della ciminiera
Si perde nella luce del tramonto.
Senza di te il buio della notte
La barbarie delle onde tempestose
Che senza sosta batte
Questo litorale deserto
Sarà più insopportabile.
Il vuoto che porto nella stiva
Il nulla da dire trasformato
In arzigogoli strani
Mi hanno costretto
A rompere gli ormeggi.
Non so dove diretta
Mi porta la corrente,
Forse altri lidi
Avranno il mio canto
Dove vero dolore
Vera passione
Tormenta e beatifica le menti
Di solitari reietti.
Tenetevi le vostre comode poltrone
Lodatevi vicendevolmente
Razzolando nel nulla di cui siete fatti.
Il silenzio, solo il silenzio
Torbido e profondo
Sarebbe per voi provvido riscatto.
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