Il prodigio è lambire
l’ali della chioma corvina,
amarti sotto la luna benevola
nonostante questo muro infinito
dischiudendo smisurate strade
opposto all’ombra.
Come il carpentiere costruisco
la luce d’amore;
se il tuo cuore lo eclissa
non sei qui ma il mio corpo freme,
le stelle dei tuoi occhi ambrati
brillano nel firmamento.
Il vero prodigio
sarà di non nascere in te
di essere assente
primavera sfiorita
in cui non trillano i merli,
il velluto dell’erba è un fiume limaccioso.
Chimere invernali
baciate da carezze d’abbacinate farfalle.
Conosco il tuo cuore, i tuoi seni
m’infondono un senso di libertà fisica,
conosco i tuoi occhi di formica intelligente:
si schiudono nei miei malgrado il mio sogno di cieco.
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