Pubblicato il 24/12/2010 10:06:53
Sarà forse la bruma dicembrina ma nell’anima mia sola sento la carezza della mestizia stamattina che mi sferza con crudele fola.
Sarà forse la nevrotica corsa della gente, il chiassoso tramestio per la via, ma nel mio sguardo ombroso di disincanto anelo alla valle d’oblio, mi rifugio nella selva silente della mia malinconia.
Sarà forse il Natale che s’avvicina nel frenetico baluginio di luci, nel frastuono di voci, luminescenze violente come il lampo.
Sarà forse la carezza della nostalgia, la folla vociante per la strada, mi rifugio nella dolcezza infinita dell’abbraccio nostro, nel profumo di baci di primaverile rugiada mentre danza la neve fra nubi d’inchiostro.
Il cuore ferito e silente nasconde una lacrima conserva le sue croci nella quiete d’un piccolo camposanto, all’ombra dell’anima.
Sarà forse il vento di domani giorno santo a cui affiderò le mie pietrificate lacrime e il mio rimpianto.
Come soave autunno giungerà la tua voce inattesa e la tramontana mi porterà la fragranza di felce e foglia della tue dolci mani e l’essenza segreta d’inebrianti viole delle nostre amorevoli, tenere, sussurrate parole.
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