Sedie di sogni ammucchiati,
usurate dal tempo,
da una vita trascorsa.
Sedie di sogni ammucchiati
come cumuli di polvere
esalano ancora l’antica forza
di anime verdi pronte a sguainare
una lingua costellata di rose,
di fresche parole impetuose
nel generarsi in amore
su alcove di raso e sprazzi celesti.
Gli innamorati contemplavano
asettiche pareti che prendevano vita
dietro il velo degli occhi
vuoti come cinema di periferia.
Erano giorni d’amore
e il più inutile granello di sabbia
conteneva l’intero universo.
Il cosmo precipitava nell’anima
e dipingeva distese di cielo.
Sedie di sogni
naufragati sulle rive di un tramonto,
ammucchiano pile di panni.
L’alba annuncia l’inizio
di un nuovo giorno.
Si mangia aria di vita vissuta,
passata tra i capelli bianchi,
sbiadita su vecchi album di famiglia
sepolti da chili di sbagli.
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