
Il chiaro e il rosso dicono d’una fragilità sottile,
nascondiamo oggi il pelo per cercarlo
domani nel vischioso caos di pensieri
scampati al capolavoro d’un ragno,
in certe nostre visioni àncora nel buio, dove
ci tengono svegli tinnii di campanelli
a fatica, distogliendoci dal vortice che attrae,
di luce un punto invisibile, oltre il turgido
nero bocciolo del mistero.
E’ il sonno che decreta la fine del giorno
e ogni nostra battaglia interrompe
senza il taglio del nastro
Noi schiavi di palpebre che si arrendono
alla bellezza del mondo o al suo crollo
forza-fragilità due lati d’una medaglia.
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