Io che di te ignoro il corpo
ogni sua parte
degli occhi ogni nuance
delle labbra la grana
delle mani la grandezza,
se in proporzione col resto,
del viso il pianto ed il riso
il mistero sotteso
E neppure bramo
immaginare la simmetria
né constatare in realtà
ogni azzardata ipotesi
ogni divagazione
ogni evasione del pensiero
che talvolta sceglie altre vie
di fuga o di salvezza
Io che di te ignoro la parola
quando si sublima
o quando s’impiglia
in un voluttuoso capriccio,
molto più del silenzio,
che è normale coltre
a protezione del vero
dell’inatteso
del volo bizzarro
dell’approdo fortuito
Io che di te ignoro l’insieme
ed ogni tassello ad incastro
nell’immagine che mi rallegra
eppur mi devasta, nella sua assenza,
amo le cellule ed il tuo sangue
il respiro le ossa la pelle
ed ogni fibra viva nella scossa
che mi vibra come fosse carne della mia carne
Eppure, la distanza ci battezza
la penuria ci colma
d’un sorriso e di una lacrima
d’un grido di gioia improvviso
e persino d’una bestemmia.
Eppure, la vita ci allontana
e della morte soltanto ci ricorda
che il pensiero è vivo.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Rosetta Sacchi, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.