Pubblicato il 22/05/2025 09:00:01
L’oscura selva cha staziona in me Di tanto in tanto si palesa. La coscienza smarrisce il sano giudizio. Mi ritrovo in un mondano piacere. Ne sono appagato, Mi ci fondo, Non vorrei uscirne. Raggiunto l’apice, Riaffiora in me quella sottile voce. M’incupisce. Gentile pentimento. Scappo da lui, Mi rincorre, Gli dico addio. M’adagio su di un rutilante manto erboso. Mi rimetto. L’abbindolo non si celerà ancora su di me. Stolta saccenza. Mi pervade nuovamente La feroce pulsione.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Luigi Camillo, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|