Un silenzio depurato da rumori e voci
un cinema muto,
brusii sibili mugolii
di luoghi o ipotizzati
Manca l’arroganza della luna,
sul mio capo solo il cielo, il suo peso
la vertigine fedele ai miei pensieri
e manca pure il vuoto
dove gli occhi cadono a picco
per cercare il fondo
Delle tue pupille la parola è memoria
in quest’ora d’ignoranza d’un alfabeto antico,
preludio a notti brevi
infestate di sogni bruscamente interrotti
L’inerzia invalida le sensazioni di chi
in uno scarabocchio vede l’arte
ma tu sei la tela da sempre contemplata
e in un nuovo dettaglio sei Amore, oltre ogni astrazione.
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