Pubblicato il 25/03/2011 11:12:53
Nella mattina silente con l’anima in cenere scrivo per Te mio muto interlocutore malinconici versi, miei indulgenti amici in desolate sere.
Nella tormenta accecante dei ricordi, invano cerco i tuoi radiosi occhi dispersi.
Un anno dal tuo commiato è voltato, nel dedalo del mio rimpianto l’ardente dolore non s’è placato.
Vegliano attenti dalla scrivania iris blu, compagni della mia nostalgia.
Carezza d’indaco al mio sguardo stanco, s’effonde nell’aria mesta fragranza di rimpianto nella tacita casa solitaria.
Ricordi? Erano gli stessi fiori, con il pianto di rose bianche di lacrime fragranti, la mia ultima carezza a Te, nell’incredulità d’ore angosciose.
S’effonde nell’aria l’amara fragranza del mio incolmabile rimpianto, ora che passeggi sereno nel celestiale incanto, ad inesorabile distanza.
Accanto alla tua fotografia chinano mesti lo sguardo gli iris blu, nell’esule primavera della mia anima soltanto Tu il perduto fiore.
Ora che nell’universo della mia solitudine malinconica stella in veglia silente m’accarezzi da lontano aon paterno, amorevole sguardo.
Ora sussurro invano il tuo nome, e candela tremula affronto sola la vita dalla gelida fola….
Ora nel mio dolente vivere all’ombra del tuo dolce ricordo di struggente nostalgia ardo….
Ora che il sole indulge nella rinascita di primavera con benevoli, vitali dardi….
Ormai è troppo tardi.
Alla cara memoria di mio padre Emilio, per sempre nel mio cuore
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