Pubblicato il 01/04/2011 16:48:08
Si perdono nel pianto di rugiada del biancospino, gemme di ricordi e spine avvelenate di rimpianto.
Inesorabile come il tramonto arrivò l’addio, nel candido mattino.
Al boscoso bivio si separò per sempre il nostro cammino per una vita condiviso fianco a fianco Tu ed Io.
Danzò crudele la tenebrosa signora nell’inganno di fredda luce d’un mattino stanco.
Disgiunte le nostre mani, s’andava raminghi ed esuli, col cuore in abisso verso il domani.
Più non parli, ma alla memoria sussurri, nel respiro indaco del cielo sfumano i tuoi occhi d’autunno nella fragranza perduta d’ iris azzurri.
La mia malinconia in cerca di Te sui sentieri soffusi di tenerezza della sera erra.
Più non posano lievi i tuoi passi su questa terra, fiocchi di neve rapiti dal vento.
Ora sei vivo nella memoria indimenticabile, mio verdiano concento.
Chissà se nella valle di luce l’argenteo rivo dolce il canto ti sussurra, recandoti il profumo del tempo andato, l’eco della mia voce il calore delle nostre mani, figlie del sole, orfane delle tue parole?
Chissà se al termine delle inquiete rapide m’attendi alla foce d’un incognito varco, nel radioso bacio d’un nuovo giorno?
Chissà se anch’io alla celeste dimora Padre farò un giorno il sospirato ritorno?
Chissà se nel sereno vagare t’accarezza il riverbero del mio sguardo nel sentiero fra gli assorti narcisi.
Chissà se il vento freme nel rimpianto di Te e stormisce piano la rinata Speranza
Chissà se nel tuo elegiaco andare Ti giunge il palpito inquieto del mio desolato cuore e Ti son compagni i malinconici fiordalisi,
d’un paradiso perduto che nell’assenza di Te soffoca nella tenebra del mal di vivere e nell’agonia di giorno in giorno muore.
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