Pubblicato il 20/04/2011 23:09:50
Il dolce intermezzo d’archi nel preludio della sera annunciava nella fragranza del sogno l’incedere di primavera.
Nel vespro di cobalto sfumato il battello all’orizzonte disegnava a fior d’acqua nel sussurrante lago la candida scia d’un desio crescente e vago.
Insieme mano nella mano s’andava lontano, fluttuanti nella nostra malinconia, avidi di sole, muti ed afasici d’inutili parole.
Era forse l’incanto della notte dal sorriso di rosea magnolia seducente.
Era forse il baluginio nero argenteo del lago scintillante, a cancellar le orme del tempo reo.
Le nostre figure, danzanti nell’oscurità, ombra d’amore, macchia fremente di felicità.
Era forse il sorriso tuo di celeste quiete rasserenante, il tuo sguardo di dolcezza confortante.
Era forse l’abbraccio tuo d’emozione avvincente nel baluginio di tenebra e luce, carezza d’eden la tua voce.
Nella luce soffusa di un bacio alla luce d’oro del lampione.
All’ombra della poetica, pensile terrazza, nel trionfo dell’emozione d’un indimenticabile idillio stella nascente.
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