Pubblicato il 07/05/2011 14:24:18
La tenebra notturna s’illumina d’emozione nella soffocante ombra, ricordo od onirica visione?
Palpita di luce eco amorevole di familiare voce la Memoria d’una radiosa stagione in Umbria.
Verdeggiano dolci nel sorriso d’un bambino gli umbri poggi.
Ed il cuore s’acquieta nella burrasca del dolore.
La frenesia inquieta di oggi cede il passo alla quiete campestre di ieri.
Nel fremito del soave vento tutto risplende di vita, ogni emozione si ridesta in un momento.
Trevi svetta alta ed irraggiungibile là sulla collina. Ecco il romanico campanile del Duomo di Sant’Emiliano, e la commozione dei ricordi mi prende per mano con sguardo intenso e chiaro.
Rammenti la tersa immensità?
Lassù per i verdi sentieri S’andava insieme lontano.
Rammenti, carissimo papà?
Laggiù la via Flaminia giace nel dorato solare incanto di luminosi dardi.
Montefalco vigila dall’estremo poggio la contrada rivale,. Scintilla soave nella brezza mattutina l’umbra bellezza ammantata di serenità irreale nel dipanarsi delle ore della mattina.
Si desta piano l’antica contrada, i passi sui marmorei viali i fiori dischiusi nel bacio della rugiada. Incede il giorno nella danza dell’aurora carminia.
Ecco si popola di laborioso andare il nastro d’argento, la sottostante via Flaminia.
All’orizzonti si stagliano nobili e distanti Assisi e Perugia e nel giorno terso la carezza del ricordo lenisce la malinconica uggia del fugace eden nel dirupare del Tempo inesorabilmente perso.
Sullo sfondo del panorama azzurro il mormorante fluire del Clitunno. Dolce, inebriante smarrirsi nell’armonioso incanto d’autunno.
Le fronde s’agitano nel vento, l’abbraccio emozionante della memoria d’infanzia freme in tenero sussurro.
E nel dorato risplendere del giorno m’inerpico solitaria per la salita fra i poggi nell’argenteo stormire degli ulivi.
Ed ecco tornano i miei passi alla quieta altura, il cuore vola commosso oltre le pietrose mura del Camposanto.
La sagoma argentea degli ulivi m’accompagna dolcemente e torna la Memoria a quando eri al mio fianco. L’agreste sentiero salivamo insieme con agilità incessante nella perfetta simbiosi d’una comunione di sentire nel silenzio eloquente che ci rendeva un’unica anima palpitante.
Poso un fiore sulla tua esule, lacustre, marmorea dimora.
Vola il pensiero a Te, alla lontana ,ultima dimora dei nostri cari nella mestizia senza parole dei miei giorni incolori ed amari.
Un giorno anche Tu sull’umbra altura sereno riposerai e col sorriso di quand’eri fanciullo con lo sguardo radioso immemore degli umani affanni la Flaminia dominerai.
Sia suggellato il dolce, commosso ricordo nel fremito d’ali dell’ elegia.
Agreste il canto fra gli accordi di malinconiche ore l’eco d’umbra nostalgia sussurra al solitario cuore.
Nel palpito lacerante del rimpianto mi sembra ancora nella carezza del vento d’averti accanto.
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