Pubblicato il 21/05/2011 10:49:53
Capitano, mio capitano salpato all’alba incognita verso l’orizzonte burrascoso e arcano.
Crudeli rotte t’hanno ghermito nel setoso mistero della notte.
Cosa resta di me smarrita nella tenebra della tua assenza?
Struggente il blu della tua marinaresca divisa in dissolvenza.
Indimenticabili le tue premurose mani mi donavano l’incanto della notte, erano tenera ombra nido e fremito di letizia sul fanciullesco volto.
Ancora Tu a dar eco di rimpianto e voce ad un’inesorabile assenza, nel mio mare di solitudine.
Per sempre Tu il mio perduto lido, il mosaico dell’emozione dissolto,
per sempre Tu rifugio dell’anima mia.
Nel palpito del sogno ogni notte il tuo sorriso lontano carezza di luce sul mio viso.
Il Ricordo di Te s’innalza impetuoso e teneramente mi prende per mano nella nostalgica fola.
Cosa resta della mia vita in cenere dopo il dolente commiato?
Un cuore muto ed infranto come un vecchio violino di corde e voce ammutolito nella soffitta di solitarie ore dimenticato.
Inondami l’Anima di Luce.
Nel mio desolato silenzio sii armonia e amorevole voce, mio sole di mezzanotte, sii il mio magnifico vento.
Guardami, illuminami trovami, salvami.
Capitano, mio capitano portami con Te sul veliero d’onirico incanto verso incognite, inebrianti rotte.
Non dileguarti all’alba nel bacio del ricordo. Non confinarmi in esilio nella gelida ombra del malinconico fiordo.
Resta al mio fianco, sorridimi nel bacio di porpora dell’aurora.
Nel mare d’infinito, nascente incanto sii il mio sole che m’inonda l’anima di felicità una volta ancora
fra onde cristalline d’elegiaco canto nell’aria tersa e sublime della sussurrata ora.
Alla tua memoria, mio carissimo Papà. Capitano, mio Capitano.
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