Pubblicato il 17/07/2011 09:38:19
Mani gentili, grandi, morbide e fragranti di foglia verde. Sgraziate e goffe dicevi le mani del contado non quelle d’un pianista o d’un poeta.
Mani che sanno affrontare la tempesta, allegre e vivaci dei dì fugaci di festa, mani che affrontano il fortunale ed il guado nell’audacia di chi nella burrasca resta.
E la nostalgia nel dedalo dei ricordi di giorni andati nel soffio del Tempo si perde.
Mani cortesi, delicate, senza fine.
Il tocco di seta la tenerezza dei tuoi gesti l’antica arsura di tenerezza d’un cuore in fiamme disseta.
Una carezza tua a dileguar la notte della solitudine, a placar in soave ombra di dolcezza ogni turbine d’inquieta amarezza.
Mani soavi, profumate di foglia d’autunno, mani indimenticabili che portano il cuore nel canto di fonti silvestri per le sorridenti contrade del Chianti a coglier violacciocche e rose segrete del nido sospirato.
Mani sapienti ed audaci a tracciar arcane rotte all’aureo sestante.
Le tue mani mia oasi d’armonia sussurrante.
Del rifugio radioso delle tue braccia nell’incendio porporino della nostalgia provo inesauribile sete.
Dove sarai diletto giullare dell’Anima mia, Tu che della mestizia e dell’abbandono nella carezza d’un sorriso sai fare fiordalisi di rime bouquet di viole del pensiero in versi
E della desolante malinconia nel naufragio di nostalgia dei miei occhi a Te anelanti e dispersi dispieghi ali sublimi d’Elegia.
Sospirata e struggente l’acquietarsi, infinitamente dolce e sorprendente insieme il ritrovarsi .
E il cuore da Te vola nello stormo di rimpianto e crepuscolari pensieri all’agreste elegia.
La selva soave delle tue braccia m’accoglie ogni ora.
Nella foresta nera del tuo bacio mi rifugio ancora nell’abbraccio della nostalgica mia sera,
diletto giullare dell’anima mia.
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