Pubblicato il 30/07/2011 23:23:15
Lenta la nave scivola verso il meriggio d’estate, l’incendio di porpora nell’abbagliante incanto di fugaci giornate.
Nel tuo sguardo di giada le amarezze e le attese le angosce in effimera tregua assopite al refolo della tramontana sospese.
Teneramente ci perdiamo nel riverbero dorato delle onde nella dolcezza del mormorante sciabordio il canto di ore nel cuore suggellate.
Il vento sussurra l’ancestrale nenia persi gli sguardi all’orizzonte Tu ed io.
Via lontano si va gabbiani di solitudine a fender l’aria nel crepuscolo di nostalgia.
Già imbrunano i monti e là si spengono le acque del lago.
Il tuo sorriso riverbera nei miei occhi del divenire l’enigma, il dolente dipanarsi della memoria dell’inevitabile commiato l’infuocato stigma.
Incombe il domani nei nostri passi separati ed esuli verso il futuro nebuloso e vago ce ne andiamo raminghi e soli.
Eccoci alla deriva d’oblio.
Dolce e malinconico ci culla nel plenilunio l’argenteo sciabordio.
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