Pubblicato il 15/08/2011 09:01:21
Effonde dolce fragranza il viburno in sguardo di zaffiro. Torna la memoria nel sospiro d’incanto notturno.
Brillava nella notte il lume, soave e fioco.
L’umbra contrada addormentata pareva un piccolo animato presepe, scintillava quieta fra gemme di rugiada.
Lucevano in cielo le stelle, deserta la marmorea grigia strada le antiche corti nello sguardo dei fiordalisi sussurravano romantiche novelle.
All’erta il cane stanava la lepre fra i meandri frondosi della siepe.
L’allegro crepitio del ciocco nel camino, profumavano di lavanda e d’amore familiare le lenzuola di lino.
Si perdeva la ninna nanna fra le antiche volte, di giorno le immense stanze il teatro d’infantile gioco, il palpito del perduto nido.
Ora nella notte della mia solitudine, ricordo il mio sogno bambino.
C’eri Tu a vegliare il mio febbricitante sonno, la tua mano a rincalzare le coltri dell’infantile lettino, il bacio della buona notte al puerile visino.
Soavi i ricami delle lenzuola della nonna punto a croce.
Ed ecco nella tenebra gelida della stanza l’aurora del tuo sorriso, mia rimpianta luce a portar il trionfo del sole nella carezza di lontane, indimenticabili, paterne parole.
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