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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Fritti


Testo proposto da LaRecherche.it

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Pubblicato il 09/01/2012 12:00:00

*

 

Una giornata al mare delle famiglie

con genitori miei coetanei,

bambini che naturalmente

non stanno fermi.

Qualche cane. Belle cosce.

Una moglie giovane carezza l’anca

al marito villoso.

Io leggo Queneau.

 

*

 

Strade di un centro abitato

strette tra case piene di aperture,

linee che si insinuano

nelle familiarità degli altri.

 

Così mi apro allo sguardo del mondo,

in un labirinto pieno d’inganni,

e mi muovo tra un deviare

e un proseguire.

 

A filar la lana del lamento

si arriva ad avere coltri calde di tristezza.

 

*

 

LA MIA MAMMA BLU

 

La piccola che ho a casa

ha un naso delicato e occhi incantati

che guardano dentro le cose

che non vede bene.

 

Una bambina coi capelli arruffati, vulnerabile

come un giovane ramo di pesco

in un giorno di marzo

che si torce senza sostegno.

 

Più matura e più si fa esile,

bisognosa di appoggi,

dopo una vita di intemperie forti.

 

Disarma il suo disarmare

e comicamente mi attrezzo di spada e corazza

per spingerla a uscire e fare la lotta,

 

ma lei segue altri ritmi,

ha altri pensieri.

Sa certe cose.

 

Ama ciò che ha e ciò che non ha più,

fuori dal tempo,

come il mio ricordo di lei nello scialle blu,

una sera di ritorno a casa

con mio padre e i miei fratelli.

 

 

 

[ Tratte da: FRITTI (1999 – 2001) di Vincenzo Errico ]



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