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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Le stesse parole


Testo proposto da LaRecherche.it

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Pubblicato il 15/10/2012 12:00:00

Terremoto

 

Si frantumò il mio

abitare

senza che potessi lodare Dio.

 

Sparì il mio dove

ferendomi l’asfalto rappreso ai piedi

come crema di nocciole guasta.

 

Ma trovai un comò

che mi transennò la via.

 

L’aria dentro il cassetto

che mi regalasti

mi lasciò la vita.

 

 

Santi

 

Spie sante mi guardano,

sono a mangiare con Dio.

 

La loro aumentata vita mi tiene in vita e

un filo di raso mi lega i capelli fino alle nuvole blu

dove i nuovi vivi stanno.

 

 

Zoppicare

 

Una sua lietezza aveva la domenica

per il tiepido arieggiare anche dentro

il capo e il cuore. Zoppicante chiedeva uno sguardo.

 

Nel deserto intuiva di restare dove dal nulla il cibo viene.

 

Intuiva, e mentre ascoltava un cantare nuovo, il secco si mangiava

quel miraggio. “Schiena dritta, che bisogna vivere”, le dicevano

alcune donne. Fra poco è Natale.

 

 

Case

 

Non scelsi queste mura

e questa gente.

 

Nemmeno le tende pesanti alle finestre

la carta a rose enormi alle pareti.

 

Non scelsi i vicini

troppo vicini

e i lontani

lontani.

 

Né il cortile con troppi maschi

e il piano alto, troppo alto.

 

Scelsi invece le porte blu il cotone bianco

il lavello al sole.

 

Eppure nulla mi appartiene

e passo in perdurante veglia

perché domani nessuna tenda mi riparerà.

 

 

Onestà

 

Non c’è polvere che renda sibilo

il pensiero.

 

C’è un canale pulito tra la cavità del cuore

e l’albero laggiù.



[ Poesie tratte da Le stesse parole, LietoColle ]


Palermo Antonella - Le stesse parole



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