a Michalina
Non ci sono le nuvole
di Santa Maria
di tanto lontano
c’è il sole per i polacchi
che hanno fede
non come in Italia
che assola di settimana
e piove di festa
che lavorano al vento
gelido di strano
in questo tempo d’agosto
è verdegiallo e blucielo
fin dove si perde
l’ultimo idillio
tra i campi e gli spaventapasseri
e riluccicano vecchi CD appesi
al barbacane
dissuasori
Sono disseminati i fiori
ad ogni orto
colorati di dalie
garofanini del poeta
margheritoni e settembrini
assai precoci
sfumano i vellutini
una luce sul volto
di due ragazzi
ammutoliti e ansiosi
davanti agli avventori
dicono al limitare del bosco
che si nascondano
per bere la noia
e l’inedia di questa
affascinante campagna
sterminata e vaga
dove le vie sono
incerte a ciottoli
e terminano nei boschi
Qui una volta c’erano i tedeschi
nella Casa della Forestale
è rimasta un’ultima
donna polacca ed un suo figlio
(gli altri sono partiti)
che oggi raduna la corte
in una stanza imbandita la tavola
e dopo sull’erba nell’aia
vicino a tante pannocchie
e a una pozza d’acqua
dove qualcuno s’illude
da anni di fare mare
Col segno d’una povertà
esteriore ogni aspetto
è fermo e medesimo
nel tempo
Eppure non ha fine
il fiume che dipana
lontano lontano
il suo estuario
di barchette che vanno
e vengono
e non si incontrano
mai
Maniów, 15 agosto 2009