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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Rifrazioni


Testo proposto da LaRecherche.it

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Pubblicato il 11/03/2019 12:00:00

 

*

 

Conviene che è una strana faccenda

annaspare nel fango occhieggiando le stelle

ed è un'infamia che un dio abbia inventato

il fango in cui tutti annaspiamo.

 

 

*

 

C'era una volta un giardino ai piedi di una collina,

dietro un muro di pietra. Una rete verde di ferro

lo circondava. Vi fiorivano d'estate dalie

gialle e cremisi. Ibiscus bianchi e azzurri,

un loto, un'acacia, un melo verde, un fico

spandevano sul terreno morbido la loro ombra leggera.

Il vento recava i rintocchi di campanili lontani,

abbaii, cinguettii come musiche accordate.

In quel giardino, d'estate, tornava un uomo

che da sempre, il suo sempre, cercava parole esatte

contro il rumore, e là s'illudeva di trovarle

e ne godeva come il dono inatteso di un paradiso.

Poi venivano i giorni delle piogge e delle parole vuote.

 

 

*

 

Servono agli uomini le guerre.

Dopo ricostruiscono le città,

stipulano i nuovi accordi,

rinnovano abiti e arredi.

Prima hanno fortemente voluto

i nemici annientati

cancellate intere nazioni.

Prima ancora hanno rinviato le ansie

che li stritolavano come i serpenti a Laocoonte.

 

In un sacrario sul Garda

vi sono i morti tornati da Rodi e da Bengasi,

da Zagabria e dalla Varesina:

il loro eroismo consiste

nel non trovare risposta.

 

 

*

 

Le piazze sono strapiene di uomini, donne, ragazzi;

avanzano dietro striscioni, chiedono un altro presente.

E vanno intonando canzoni di facili rime

che salgono fino ai terrazzi e l'aria s'imbeve.

In così tanto fervore perdura la pena

− ognuno intende quanto sia ardua l'impresa −

pure ciascuno sa: in molti paesi lontani

sono strapiene le piazze di uomini, donne, ragazzi

che, in lingue diverse, chiedono un altro presente.

 

Il coro immenso si spande nel rosso tramonto

come una sola nuova onesta preghiera.

 

 

*

 

La città che imprigiona ha molte porte

e ciascuna conduce a diversi ritorni.

 

 

 

[ da Rifrazioni, Elio Pecora, Mondadori - Lo Specchio ]

 

 


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