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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

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Dal Salone del Libro di Torino.

Argomento: Libri

Articolo di Gio-Ma 

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Pubblicato il 10/05/2017 12:24:18

Da Manni Editori: un invito a visitare il Salone del Libro di Torino, aperto da giovedì 18 a lunedì 22 maggio – dalle ore 10 alle20 - Lingotto Fiere Padiglione 2 - spazio J67, con:

Giovedì 18 e venerdì 19 Franco Buffoni partecipa a due incontri sulla traduzione e in anteprima ci sarà ‘Personae’, in libreria dal 18 maggio.
Dramma in cinque atti e un prologo, è un’opera teatrale profondamente legata all'attualità, che può anche essere letta come un romanzo in versi, oppure, più semplicemente, come l’ultimo libro di poesia di uno dei maggiori poeti italiani contemporanei.
Dopo l’attacco al teatro dove è in corso il concerto-revival del gruppo rock dal grande passato, quattro personaggi “ritornanti” discutono tra loro sullo sfondo del lapsus di un cronista tv: “I quattro sono morti in modo non grave”. Poiché la tv non può mentire, fino alla rettifica i “revenant” tornano vivi. E quei pochi istanti si dilatano fino a coprire il tempo della rappresentazione.
Narzis, professore di filosofia alsaziano, quarant’anni, sposato con Endy, tecnico informatico ex operaio, trent’anni. Hanno due bambini, Erik e Samuel, nati in Canada, ed è la prima sera che li affidano alla baby sitter. Veronika, biologa ricercatrice di origini ucraine, trentacinque anni, a Parigi da dieci. Sotto l’aspetto di donna single in carriera, è devastata da una ferita d’amore e d’orgoglio subita a vent’anni.
Inigo, cinquant’anni, prete lefebvriano, vive in una confraternita intitolata a Dominique Venner, l’uomo che si suicidò a Notre Dame il 21 maggio 2013 per protestare contro il matrimonio gay.
I fitti, drammatici dialoghi tra i quattro personaggi mettono in scena le loro esistenze e anche le contraddizioni e le distorsioni della nostra epoca, con continui e inattesi rivolgimenti nella trama dell’opera.

Venerdì 19 ore 10.30 - Spazio Autori Enzo Ciconte con ‘Mafie del mio stivale’ : Storia delle organizzazioni criminali italiane e straniere nel nostro Paese
con Gian Carlo Caselli e Giuseppe Salvaggiulo
Cos’è la mafia, come e quando è nata, come si è sviluppata, come è cambiata, quali sono i suoi legami con il potere, con la politica, con le istituzioni, con l’imprenditoria? Ciconte ricostruisce la storia delle organizzazioni criminali e ci consegna un saggio fondamentale e necessario per comprendere il fenomeno mafioso in tutte le sue articolazioni.
Enzo Ciconte ricostruisce la storia delle organizzazioni criminali: cosa nostra, ’ndrangheta, camorra, sacra corona unita e anche quelle di origine straniera (cinese, albanese, nigeriana, colombiana, bulgara, romena e altre) da anni attive e stanziali in Italia. Partendo dalle origini, che si possono far risalire agli inizi dell'Ottocento, passando dal momento cruciale dell’Unità d’Italia e del fascismo, per arrivare alla Repubblica e alle connessioni sempre vive tra politica e cupole: quella delle mafie non è soltanto una storia criminale, ma sostanzialmente una storia del potere. Con linguaggio divulgativo e narrazione avvincente Enzo Ciconte ci consegna un saggio fondamentale e necessario per comprendere il fenomeno mafioso in tutte le sue articolazioni. Un libro che è anche un manuale di resistenza civile, un invito alle giovani generazioni perché dalla conoscenza possa nascere un futuro di riscatto.

Sabato 20 ore 16.30 - Libreria della Poesia Daniele Piccini, autore di ‘Regni’ - Partecipa al dibattito ‘nuova poesia’, nuova critica con Matteo Marchesini e Paolo Zublena. Modera Roberto Cescon.

Nella parola poetica di Piccini si sedimentano regni: il visibile e l’invisibile, il presente e l’interminabile distesa della memoria, il regno del ricordo e quello, bruciante, del desiderio. Piccini sa che dai luoghi “altri” (i “luoghi / non giurisdizionali” di Caproni) continuamente giungono sussurri, richiami amorevoli, segnali: voci che animano un dialogo e suscitano leopardianamente le presenze del mondo, le convocano.
Il mondo non è solo quello segnato dai limiti e dai confini: un altro continuamente preme alle sue porte, si rivela per lampi e per frammenti. La realtà si tende, in vista di una promessa di compimento, e il poeta si pone nel centro di ogni attesa, del tremolare stesso della creazione.
“Pensare quel che è assente come parte del nostro vivere, fare dell’assenza – di stagioni e figure, di voci e sguardi – un principio di appartenenza, insomma il proprio che è all’origine del linguaggio. Che la sorgente nascosta del dire poetico, il principio che si fa suono, parola, ritmo, stia appunto nel sentire dentro di sé l’energia di questa intima privazione?”, si chiede Antonio Prete nella Nota introduttiva.

Domenica ore 14.30 - Caffè Letterario Alberto Rollo dialoga con Andrea Piva su ‘Un'educazione milanese’ Vincitore del Premio Alvaro-Bigiaretti 2017, e ‘L'animale notturno’, due tra i romanzi più interessanti della stagione. Una ricognizione autobiografica e il racconto della città che l’ha ispirata. Un romanzo magistralmente scritto, lo sguardo teso della visione: la storia di una città, di una generazione.
Il romanzo di una città e di una generazione. Di quando a Milano la classe operaia andava in paradiso, recensione di Simonetta Fiori, 09/10/2016 La Repubblica.
“Cerco ponti in cui lo spaesamento e il sentirmi a casa coincidano. E su quei ponti finiscono con l’apparire, teneri e meridiani, i fantasmi che mi riconducono là dove io sono cominciato e dove è cominciata, per me, questa città.”

Una ricognizione autobiografica ed è il racconto della città che l’ha ispirata. Si entra nella storia dagli anni Cinquanta: l’infanzia nei nuovi quartieri periferici, con le paterne “lezioni di cultura operaia”, le materne divagazioni sulla magia del lavoro sartoriale, la famiglia comunista e quella cattolica, le ascendenze lombarde e quelle leccesi, le gite in tram, le gite in moto, la morte di John F. Kennedy e quella di papa Giovanni, Rocco e i suoi fratelli, l’oratorio, il cinema, i giochi, le amicizie adolescenziali e i primi amori fra scali merci e recinti incustoditi. E si procede con lo scatto della giovinezza, accanto l’amico maestro di vita e di visioni, sullo sfondo le grandi lotte operaie, la vitalità dei gruppi extraparlamentari, il sognante melting pot sociale di una generazione che voleva “occhi diversi”. A questa formazione si mescola la percezione dell’oggi, il prosciugamento della città industriale, i progetti urbanistici per una Grande Milano, le trasformazioni dello skyline, il trionfo della capitale della moda e degli archistar.

Un romanzo autobiografico magistralmente scritto, lo sguardo teso della visione: la storia di una città, di una generazione.


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