Pubblicato il 07/06/2012 19:22:18
Primi incontri
Ogni istante dei nostri incontri lo festeggiavamo come un’epifania, soli a questo mondo. Tu eri più ardita e lieve di un’ala di uccello, scendevi come una vertigine saltando gli scalini, e mi conducevi oltre l’umido lillà nei tuoi possedimenti al di là dello specchio. Quando giunse la notte mi fu fatta la grazia, le porte dell’iconostasi furono aperte, e nell’oscurità in cui luceva e lenta si chinava la nudità nel destarmi: "Tu sia benedetta", dissi, conscio di quanto irriverente fosse la mia benedizione: tu dormivi, e il lillà si tendeva dal tavolo a sfiorarti con l’azzurro della galassia le palpebre, e sfiorate dall’azzurro le palpebre stavano quiete, e la mano era calda.
Nel cristallo pulsavano i fiumi, fumigavano i monti, rilucevano i mari, mentre assopita sul trono tenevi in mano la sfera di cristallo, e "Dio mio! " tu eri mia.
Ti destasti e cangiasti il vocabolario quotidiano degli umani, e i discorsi s’empirono veramente di senso, e la parola tua svelò il proprio nuovo significato: zar.
Alla luce tutto si trasfigurò, perfino gli oggetti più semplici - il catino, la brocca - quando, come a guardia, stava tra noi l’acqua ghiacciata, a strati.
Fummo condotti chissà dove. Si aprivano al nostro sguardo, come miraggi, città sorte per incantesimo, la menta si stendeva da sé sotto i piedi, e gli uccelli c’erano compagni di strada, e i pesci risalivano il fiume, e il cielo si schiudeva al nostro sguardo...
Quando il destino ci seguiva passo a passo, come un pazzo con il rasoio in mano.
(Pervye svidanija, in A. A. Tarkovskij, Poesie scelte , Milano 1989)
First meetings
We celebrated every moment Of our meetings as epiphanies, Just we two in all the world. Bolder, lighter than a bird's wing, You hurtled like vertigo Down the stairs, leading Through moist lilac to your realm Beyond the mirror.
When night fell, grace was given me, The sanctuary gates were opened, Shining in the darkness Nakedness bowed slowly; Waking up, I said: 'God bless you!', knowing it To be daring: you slept, The lilac leaned towards you from the table To touch your eyelids with its universal blue, Those eyelids brushed with blue Were peaceful, and your hand was warm.
And in the crystal I saw pulsing rivers, Smoke-wreathed hills, and glimmering seas; Holding in your palm that crystal sphere, You slumbered on the throne, And - God be praised! - you belonged to me. Awaking, you transformed The humdrum dictionary of humans Till speech was full and running over With resounding strength, and the word you Revealed its new meaning: it meant king. Everything in the world was different, Even the simplest things - the jug, the basin - When stratified and solid water Stood between us, like a guard.
We were led to who knows where. Before us opened up, in mirage, Towns constructed out of wonder, Mint leaves spread themselves beneath our feet, Birds came on the journey with us, Fish leapt in greeting from the river, And the sky unfurled above...
While behind us all the time went fate, A madman brandishing a razor.
(http://www.gironi.it/poesia/tarkovskij.php)
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