Quando il cielo basso e greve pesa come un coperchio
Sullo spirito sofferente in preda a lunghi affanni,
Tale che l’orizzonte abbracciando tutto il cerchio
Ci versa addosso un giorno nero più cupo delle notti;
Quando la terra è trasformata in un’umida prigione,
Dove la Speranza, come un pipistrello,
Se ne va sbattendo contro i muri con la sua ala timida
E picchiando la testa sui soffitti marcescenti;
Quando la pioggia distendendo le sue immense strisce
D’una vasta prigione imita le sbarre,
E un popolo muto d’infami ragni
Tende le sue reti in fondo ai nostri cervelli,
Delle campane improvvisamente sbattono con furia
E lanciano verso il cielo un orrendo urlo,
Simili a degli spiriti erranti e senza patria
Che si mettono a gemere ostinati.
– E dei lunghi trasporti funebri, senza tamburi né melodia,
Sfilano lentamente nella mia anima; la Speranza,
Vinta, piange, e l’Angoscia atroce, dispotica,
Sul mio cranio inclinato pianta il suo nero vassillo.
(Tratto da I Fiori del male - Spleen e ideale, traduzione di Manuel Paolino)
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