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Pericle il nero un film di Stefano Mordini

Argomento: Cinema

Saggio di Gio-Ma 

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Pubblicato il 29/05/2016 06:58:46


CANNES 2016 - Cineuropa intervista Stefano Mordini • Regista
articolo di Camillo De Marco

19/05/2016 - CANNES 2016: Incontriamo l’italiano Stefano Mordini, regista di Pericle il nero, selezionato in Un Certain Regard

(© L. Laumont / Festival de Cannes)
Prima della proiezione ufficiale di Pericle il nero [+] in Un Certain Regard del Festival di Cannes, incontriamo il regista Stefano Mordini accompagnato dal produttore e protagonista del film Riccardo Scamarcio (Buena Onda). Scamarcio commenta con una certa ironica amarezza i magrissimi risultati di pubblico del film - 19,470 spettatori - uscito una settimana fa in Italia con BIM: "Dobbiamo essere comunque contenti. E' un progetto sperimentale che si è assunto dei rischi, non un film riconoscibile e rassicurante, come piace sempre di piu al pubblico". Resta il fatto che il film è stato scelto da una sezione prestigiosa del festival. "E' piaciuto molto ai selezionatori, che sono gli stessi del concorso, e hanno parlato di due interpreti formidabili (Scamarcio e Marina Foïs). Ma ormai la dialettica intorno al cinema si è notevolmente abbassata, se confrontata agli anni 70, gli spazi di discussione ridotti. In una società mediatizzata devi comunicare in pochi caratteri". Scamarcio parla anche di un interesse da parte del mercato: "C'è curiosità intorno al film, chi lo vede rimane colpito da questo personaggio singolare e inizialmente molto sgradevole".

Cineuropa: Mordini, il film prende ispirazione da un romanzo, che cosa le interessava del progetto?
Stefano Mordini: Inizialmente era stato proposto da Abel Ferrara a Scamarcio. Ho letto con curiosità il progetto di Riccardo. Era una splendida occasione di lavorare su un personaggio scomodo in un contesto difficile, confrontandosi con gli stilemi del genere. Abbiamo iniziato e aspettato che il progetto ci restituisse qualcosa. Ci sono state molto difficoltà iniziali nel trovare chi potesse incuriosirsi al film. Poi sono arrivati dei coproduttori importanti come i fratelli Dardenne con Les Films du Fleuve.
Il libro è ambientato internamente a Napoli e altre città italiane, la trasposizione in Belgio e Francia è stata una scelta nata dalla coproduzione?
No. L'idea di scrittura è partita dal contesto, ed il film era stato già pensato in Belgio e Francia prima che i produttori Viola Prestieri e Valeria Golino lo sottoponessero ai Dardenne, i quali si fidano del loro modo di lavorare.
L'esordio in sala non è andato bene.
In generale il mercato fatica, è un momento storico in cui è difficile intercettare il pubblico, anche per la politica, non solo per l'arte. Ho dedicato la mia vita a tre soli film, non faccio le cose in fretta. Bisogna riparametrare i valori, non si possono impiegare tre anni di lavoro e poi giocarsi il successo di un film in tre giorni. Bisogna ricostruire un dialogo tra autori, produttori e critici. E poi affrontare il pubblico.

PERICLE IL NERO (di Stefano Mordini)

«Il mio padrone è Luigino Pizza, che tutti lo chiamano così a causa delle pizzerie ... Io mi chiamo Pericle Scalzone ... Di mestiere faccio il culo alla gente». Così comincia Pericle il Nero, primo romanzo di un autore che ha alle spalle una scuola severa di sceneggiatore di fumetti e una vita a dir poco avventurosa – che racconta però malvolentieri, preferendo raccontare storie. Questa di Pericle è un impeccabile noir, girato come un buon film americano degli anni Quaranta, con un ritmo secco, un plot che non perde un colpo e personaggi che hanno uno spessore del tutto ignoto ai cliché imposti dal genere: Pericle, l’uomo-cane che diventa uomo e acquisisce consapevolezza di sé attraverso il rifiuto delle regole del suo mondo e l’incontro con una strana donna; e questa donna, Nastasia, la polacca finita a lavorare a Pescara in una fabbrica di copertoni, che se lo porta a casa e se lo porterà, forse, anche più lontano; e Signorinella, la temibile e potentissima sorella del boss Ermenegildo Coppola, capo delle supplicanti di san Gennaro, che, «quando parlava di uccidere, si metteva le mani sulla faccia perché non le piaceva e diceva che tutti sono figli di mamma»; e gli altri, attori e comparse delineati con pochi tratti precisi, in una lingua asciutta ma venata delle coloriture, talvolta inattese e sempre misuratissime, del parlato popolare.

Scheda del film:

regia: Stefano Mordini

sceneggiatura: Francesca Marciano, Stefano Mordini, Valia Santella

cast: Riccardo Scamarcio, Marina Foïs, Gigio Morra, Valentina Vacca

fotografia: Matteo Cocco

montaggio: Jacopo Quadri

scenografia: Igor Gabriel

costumi: Antonella Cannarozzi

produzione: Buena Onda, Les Films du Fleuve, Les Productions du Trésor, Rai Cinema

distributori: BIM Distribuzione

CANNES 2016 Un Certain Regard

Pericle il nero, un cattivo che sa riscattarsi.
Articolo di Camillo De Marco
19/05/2016 - CANNES 2016: Fortemente voluto dal protagonista Riccardo Scamarcio, che lo ha anche prodotto con i Dardenne, il film diretto da Stefano Mordini è un noir diretto con sensibilità ed eleganza d’autore.

Riccardo Scamarcio in Pericle il nero:

“Meglio che in testa non tengo nessun pensiero”, commenta Pericle Scalzone, detto Il nero, mentre racconta fuori campo la sua storia. Se fai il suo mestiere, è meglio non pensare troppo: Pericle è il “soldato” di un boss della camorra, riscuote i crediti, picchia e sodomizza i pizzaioli che non vogliono cedere il proprio locale a don Luigino, criminale trapiantato in Belgio con la famiglia.
Pericle il nero [+] di Stefano Mordini, selezionato in Un Certain Regard al Festival di Cannes 2016, è la trasposizione del libro omonimo di Giuseppe Ferrandino pubblicato nel 1993 e ignorato dal pubblico finché non lo scopre la francese Gallimard che lo pubblica nella collana Série noir e lo rende un caso editoriale. In Italia lo ripubblica Adelphi nel 1998 ed è un successo anche in patria. E’ un libro talmente serrato e tagliente, scritto già come se dovesse diventare un film noir, che lo stesso Abel Ferrara si era interessato al progetto cinematografico. Un progetto fortemente voluto dal protagonista Riccardo Scamarcio che lo ha anche prodotto con la sua Buena Onda (con Valeria Golino e Viola Prestieri), assieme ai fratelli Dardenne e Alain Attal e con RAI Cinema, affidandone la direzione al regista-sceneggiatore di Acciaio e Provincia meccanica. Il “tradimento” maggiore del film verso il libro consiste nello spostamento geografico da Napoli al Belgio, un po’ per evidenti ragioni produttive e soprattutto perché non sarebbe stato così semplice lasciarlo a Napoli e dargli quel carattere universale che il film ha acquisito. Tanto che l’altro tradimento è proprio quello della lingua: il beffardo dialetto dei dialoghi serrati sulla carta diventa un napoletano-italiano comprensibile a tutti.

Però il regista e le sceneggiatrici Francesca Marciano (Miele [+]) e Valia Santella (Fai bei sogni [+]) hanno saputo rispettare il flusso di pensieri del protagonista in più regalandogli una storia, un passato. Pericle è un orfano in cerca di famiglia e sradicarlo dalla sua Napoli ha dato maggiore evidenza a questo connotato di “senza patria”. Il volto livido, inespressivo di Pericle si confonde con il grigiore della cittadina belga. E’ un uomo rimasto quasi bambino la cui violenza scatta a comando, considerato quasi un idiota ma che in realtà nasconde una grande emotività. Il giorno in cui fa il suo passo falso, colpendo per errore la sorella di un boss camorrista alleato, fugge a Calais (un luogo sempre più frequentato dal cinema europeo per via dell’immigrazione) e comincerà a fare i conti con la sua storia e la sua solitudine. Incontra Anastasia, single madre di due figli, interpretata con convinzione da Marina Foïs (Polisse). E questo lo spinge a mettersi in testa dei pensieri, a riflettere su un futuro che non sia fatto di droghe chimiche, violenza e film porno.
Un film di genere diretto con una sensibilità ed eleganza d’autore, in un gioco di squadra nel quale il direttore della fotografia Matteo Cocco (Per amor vostro], La moglie del poliziotto) ha un ruolo considerevole. E un protagonista (nel libro è grasso e pelato) sul quale Riccardo Scamarcio ha lavorato a lungo, con risultati che non deludono lo spettatore. Bella la colonna sonora, impreziosita da gemme come Two Days Later di Fink e Gimme All Your Love degli Alabama Shakes.

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