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Aspettando Venezia

Argomento: Cinema

Saggio di Gio-Ma 

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Pubblicato il 19/07/2016 17:43:30

I numeri del cinema 2015: meno film e budget più alti - 1
di Camillo De Marco – From Cineuropa Newletters

13/07/2016 - I dati sulla produzione elaborati da DG Cinema e ANICA registrano una crescita dei costi medi e del numero di coproduzioni. Aumenta il sostegno statale e il ricorso al tax credit.
Nel 2015 in Italia sono stati prodotti meno film - 185 rispetto ai 201 del 2014 - ma è aumentato il valore del costo totale della produzione - 338,8M € nel 2015 contro i 319,5 dell’anno precedente - e delle coproduzioni: nel 2015 ammonta a 63,6M € contro i 53,1 del 2014. I dati relativi alla produzione cinematografica dell’anno 2015 resi pubblici stamattina da Direzione Generale Cinema e ANICA contengono una importante novità: accanto alle due categorie di “film prodotti” (ovvero i film che hanno ottenuto il cosiddetto visto censura) e “film di iniziativa italiana” (ovvero l’insieme dei film prodotti con capitali interamente italiani e delle coproduzioni maggioritarie) si introduce la categoria dei “film ammissibili”, cioè quelli che hanno regolarmente presentato la DIL (Denuncia di Inizio Lavorazione) alla Direzione Generale Cinema. Tra i film prodotti, quelli che rientrano nella nuova categoria dei film ammissibili costituiscono il 76% dei titoli (141 film), in aumento rispetto al 73% del 2014 (147 film).
Coproduzioni
A fronte del calo del numero di film, Il segmento delle coproduzioni dimostra segnali di crescita: nel 2015, rispetto all’anno precedente, aumenta il numero delle coproduzioni da 21 a 28 e aumenta il numero di paesi partner, da 11 a 19, sempre con una grande preponderanza delle partnership con la Francia (17 nel 2015 contro i 10 del 2014). Resta particolarmente modesto il numero delle coproduzioni minoritarie: 6 su 28 nel 2015.
Budget
Il costo medio complessivo dei film d’iniziativa italiana prodotti nel 2015 supera i 2M € ed è in leggero aumento rispetto al dato dell’anno procedente di 1,9M €. I film ad alto budget, ovvero con costo superiore a 3,5M €, sono stati 29 nel 2015 (25 nel 2014), con un costo medio di 5,8 milioni. In netto aumento la quota degli investitori esterni per apporti su cui è stato chiesto il tax credit, che sfiora il 30% del budget totale. È in aumento anche il tax credit interno, che copre circa il 13% dei costi totali.
I contributi statali diretti costituiscono complessivamente circa l’8% della torta. I fondi regionali pesano per circa il 4%, mentre quelli sovranazionali (Eurimages, MEDIA) superano di poco l’1% del totale. Il contributo pubblico statale complessivo (diretto e indiretto) pesa per il 20% a cui va aggiunta la quota di credito che lo Stato riconosce agli esterni che investono nella produzione e che assorbe circa il 12% dei costi totali portando quindi l’intervento statale al 32% dei costi di produzione dei film di iniziativa italiana.
Sostegno pubblico
Dei 141 film ammissibili prodotti nel 2015, 35 lungometraggi di Interesse Culturale hanno ottenuto un contributo nazionale alla produzione per un ammontare complessivo che raggiunge quasi i 14M €. Sono 37 le Opere Prime e Seconde prodotte nel 2015 che hanno ottenuto un sostegno complessivo pari a circa 7M €. Rispetto al 2014, è aumentato il numero di Opere Prime e Seconde prodotte grazie al sostegno statale e si è mantenuto costante quello dei lungometraggi di Interesse Culturale, sebbene il contributo per i film prodotti nel 2015 sia in leggera diminuzione rispetto a quello deliberato a favore dei film prodotti nell’anno precedente. I contributi sovranazionali deliberati a favore dei film ammissibili prodotti nel 2015 si mantengono costanti rispetto all’anno precedente. In relazione al contributo di Europa Creativa - Sottoprogramma MEDIA, restano identici sia il numero di film che il contributo deliberato, mentre si registra un lieve aumento se si considera il Fondo Eurimages, con il quale sono state sostenute 9 coproduzioni per un ammontare di circa 3M €.
Tax credit
Tra i film ammissibili nel 2015, si è registrato un aumento nel numero di progetti per i quali è stato richiesto il tax credit per gli investitori esterni al settore e il tax credit per la distribuzione. Resta stabile il numero di film con richiesta di tax credit per la produzione, per i quali si conferma la maggior adesione alla misura per i film con budget medio-alti. Tutti i film di iniziativa italiana con costi superiori a 1,5M € hanno richiesto il credito per la produzione. La percentuale scende nel caso di opere con costo tra i 200.000 € e 1,5 M€ e precipita a solo un terzo dei film low budget (sotto i 200.000 €).
Il tax credit dedicato alle produzioni estere realizzate in Italia subisce una leggera flessione nel numero di film che passano da 30 nel 2014 a 24 nel 2015, ma comunque con cifre molto più alte dei primi 5 anni di applicazione, e vede aumentare leggermente il numero di paesi di provenienza delle società committenti
Audiovisivo
Altra novità, l’estensione dell’analisi al settore della produzione audiovisiva sostenuta con le apposite forme di tax credit, introdotte dal marzo 2015, per la produzione di opere destinate alla televisione o al web sia nazionali, sia estere realizzate in Italia. Le opere ritenute ammissibili nel 2015 sono state 104. Soltanto 9 progetti vedono come destinazione primaria la piattaforma web, mentre la gran parte dei titoli (95) è rivolta ad una primaria distribuzione televisiva. C’è una netta prevalenza di progetti di fiction (84) rispetto a documentari (13) e animazione (7). Il credito totale richiesto è stato pari a 54,2M € per un totale di investimenti complessivi pari a poco meno di 360M €.

Aspettando Venezia: Leoni alla carriera per Jean-Paul Belmondo e Jerzy Skolimowski
di Vittoria Scarpa - Cineuropa Newsletters.

14/07/2016 - Da quest’anno, la Mostra di Venezia attribuirà due Leoni d’oro alla carriera, uno per la categoria registi e l’altro per la categoria interpreti
Il direttore della Mostra Alberto Barbera motiva così la scelta dell’icona Jean-Paul Belmondo: “Un volto affascinante, una simpatia irresistibile, una straordinaria versatilità che gli ha consentito di interpretare di volta in volta ruoli drammatici, avventurosi e persino comici, e che hanno fatto di lui una star universalmente apprezzata, sia dagli autori impegnati che dal cinema di semplice intrattenimento”.
A proposito di Jerzy Skolimowski (in concorso l’anno scorso alla Mostra con 11 minuti [+] e Premio Speciale della Giuria, sempre a Venezia, nel 2010 con Essential Killing [+], per citare i suoi film più recenti), Barbera dichiara nella motivazione: “E’ tra i cineasti più rappresentativi di quel cinema moderno nato in seno alle nouvelles vagues degli anni Sessanta e, insieme con Roman Polanski, il regista che ha maggiormente contribuito al rinnovamento del cinema polacco del periodo”.
Il programma completo della 73ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia verrà presentato ufficialmente il 28 luglio.

Michele Placido • Regista
di Camillo De Marco - from Cineuropa Newsletters.

13/07/2016 - Il dramma tutto al femminile co-prodotto da Italia, Francia, Spagna e Svizzera sarà 11 donne sono protagoniste di 7 minuti di Michele Placido, dramma co-prodotto da Italia, Francia, Spagna e Svizzera e distribuito dalla tedesca Koch Media. Nel cast Cristiana Capotondi, Ambra Angiolini, Fiorella Mannoia, Maria Nazionale, Ottavia Piccolo, Violante Placido, Sabine Timoteo, Anne Consigny, Mimma Lovoi, Clémence Poésy.distribuito da Koch Media
Il film è tratto dal testo teatrale omonimo di Stefano Massini, che ha scritto la sceneggiatura con Placido, ed è la storia di 11 donne, tra operaie e impiegate, chiamate al tavolo di una trattativa di lavoro quando i proprietari della loro azienda tessile ne cedono la maggioranza a una multinazionale. In poco tempo devono decidere, per loro e le altre colleghe, se accettare la proposta della nuova proprietà. Abbiamo incontrato il regista alle Giornate Professionali Ciné 2016 di Riccione.
Cineuropa: Andrea Occhipinti presidente dei distributori Anica, ha detto qui a Riccione che il cinema italiano è poco esportabile e procede per formule ripetitive. Il suo film è un tentativo di dimostrare il contrario.
Michele Placido: Speriamo di far uscire il film in contemporanea nei Paesi che lo hanno coprodotto: oltre l’Italia, anche Spagna, Svizzera e Francia. L’esportabilità dei film italiani dipende dal produttore e dal regista. Alcuni investono pensando che il film debba avere anche dei partner europei come garanzia di distribuzione oltre i confini, e coinvolgono così altre persone sul tema del film. L’occasione per dirigere 7 minuti mi è stata offerta dall’autore teatrale Stefano Massini, neodirettore del Piccolo Teatro di Milano, con cui ho altri progetti futuri che coinvolgono Cattleya. Lui ha una scrittura contemporanea ed europea e questo film è stato visionato da una società interessata ai titoli che potenzialmente possono circolare anche all’estero. Il 95 per cento dei film 01 e Medusa, pur essendo buoni film, non vanno all’estero perché non c’è una vera pianificazione.
Perché ha deciso di affrontare un tema così attuale ma difficile?
Ho amato molto il testo di Massini, che si ispirava a La parola ai giurati scritto da Reginald Rose e diretto da Sidney Lumet nel 1957. In quel film undici persone erano chiamate a decidere le sorti di un uomo: innocente o colpevole. Nella sua pièce teatrale, e nel mio film, ci sono invece undici donne, molto diverse tra loro, che devono decidere il proprio destino in fabbrica, mentre fuori ci sono quattrocento altre colleghe in attesa di avere una risposta. Mi sono ispirato ad un fatto realmente accaduto in Francia qualche anno fa, ed è un tema davvero caldissimo. Bisogna tornare ad umanizzare il lavoro, perché é ingiusto diventarne schiavi.
Donna e lavoro: fa pensare agli ultimi film dei fratelli Dardenne, Due giorni e una notte [+] e La Fille inconnue [+].
Bisogna partire dall’idea del film. Per Ladri di bicicletta Zavattini suggerisce a De Sica un’idea strepitosa su un uomo in cerca di lavoro. L’idea di Massini è potente: potevano essere undici uomini, ma Massini ha avuto l’intuizione di porre undici donne a confronto, che sono una cosa ben diversa. L’aspetto ideologico e politico viene scavalcato dalla speranza, dalla vitalità espressa da queste donne, perché la donna è portatrice di speranza in modo naturale, c’è uno spirito di sopravvivenza forte, come mi ha fatto notare una delle protagoniste, Cristiana Capotondi. In 7 minuti c’è sicuramente un riferimento ai temi che il cinema italiano ha affrontato nel passato, con Giuseppe De Santis, che gira Riso amaro, sulle lavoratrici nelle risaie, e Roma ore 11, in cui duecento ragazze, in seguito ad un annuncio di lavoro su un giornale, si presentano ad un indirizzo per ottenere un posto di lavoro di dattilografa.
Tecnicamente come ha scelto di girare questo dramma sociale che sembra anche ricco di suspence?
Ho girato questo film come per un film d’azione, con il direttore della fotografia Arnaldo Catinari, utilizzando tre macchine da presa, Come avevo fatto per Vallanzasca [+], con le macchine sempre in movimento, con dei primi piani insistiti sui volti delle protagoniste. E’ stata una sfida dirigere 11 donne, la maggior parte attrici con grande mestiere alle spalle, e accomunarle in un ruolo diverso dal solito, in cui devono usare il cervello e l’istinto. Ho capito subito che doveva lasciare grande libertà a queste donne. Fiorella Mannoia, grande cantante che riesce a creare uno speciale contatto con il pubblico dei concerti, si è rivelata un volto e un cervello straordinariamente cinematografici.


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