L’attività critica delle opere letterarie in uscita dovrebbe, secondo me, contemplare anche il recupero e la proposta di lettura di libri di pubblicazione non recentissima, passati a volte pressoché inosservati, per motivi di varia natura, anche contingenti. Uno di questi casi è per me “La rosa nel magma”, di Nicola Argenti, pubblicato qualche anno fa, nel periodo difficile della pandemia del Covid, dalle Edizioni Montag, in virtù del premio conseguito come silloge inedita. L’Autore è anche narratore e vedrà pubblicata, prossimamente, da “Il ramo e la foglia edizioni”, una raccolta di racconti.
Il libro qui in questione, la raccolta di poesie di Nicola Argenti, dal bellissimo titolo “La rosa nel magma” ci offre un viaggio coraggioso e ostinato attraverso la condizione umana, la natura, l’amore, la perdita e la ricerca di sé. La scrittura del Poeta è ricca, suggestiva e piena di vivide figurazioni che evocano emozioni autentiche e riflessioni profonde.
La struttura complessiva della raccolta è molto varia, con poesie che spaziano dalla brevità e semplicità di “Hapax” e dei personalissimi haiku - nel complesso efficaci, seppur non del tutto conformi a un’assoluta ortodossia formale - alla complessità e lunghezza di “Transumanza”. Questo crea un ritmo dinamico e interessante, che tiene il lettore impegnato e curioso.
I temi trattati sono universali e profondi, come l’amore, la perdita, la memoria, l’identità e la trascendenza. È, perciò, questa, una poesia davvero capace di provocare reazioni forti e considerazioni significative, invitando il lettore a riflettere sulla propria esistenza e sul mondo che lo circonda.
La lingua è precisa e suggestiva, con un uso sapiente dell’italiano che rende quasi ogni verso una piccola, compiuta “creazione”. Le immagini sono costantemente vive e potenti, come, appunto, la “rosa nel magma” o il “canto delle balene ancestrale” che riecheggia nelle profondità del mare.
La tensione tra la necessità di esprimere la propria esperienza esistenziale e la tentazione di tacere, che permea molti testi dell’opera, è un dilemma che molti scrittori e artisti hanno affrontato.
Nella poesia di Nicola Argenti, questo contrasto è sempre espresso attraverso metafore efficaci e simbologie appropriate, come la stessa “rosa nel magma” che suggerisce la possibilità di trovare la bellezza e la vita anche nelle situazioni più difficili e contraddittorie. Allo stesso tempo, la sua scrittura è anche caratterizzata da un senso di introspezione e di ricerca, come se l’Autore stesse cercando di capire cosa significhi essere vivi e presenti in questo mondo. E il suo composito sviluppo tematico sembra suggerire che la scrittura possa essere un modo per affrontare e superare le difficoltà della vita, ma anche che possa essere un peso e un fardello. Questa ambiguità è espressa in modo efficace nella poesia “Cosa sei veramente”, dove la ricerca delle parole diventa un’ossessione.
L’intera raccolta costituisce, in varie modalità, di estrema qualità di dettato, un’esplorazione profonda e suggestiva della condizione umana, e il summenzionato, fondamentale tema del contrasto tra la necessità di scrivere e la tentazione del silenzio è un filo conduttore che attraversa efficacemente tutta l’opera.
In questa prospettiva cruciale, la scrittura può essere vista come un atto di condivisione e di connessione con gli altri, arrivando, in qualche modo, ad offrire persino un’opportunità per la riflessione e la crescita personale.
“La rosa nel magma”, a mio avviso, è un’opera davvero meritevole di un’attenta riscoperta e lettura, in attesa delle prossime prove, sicuramente ancor più rilevanti, di questo talentuoso Autore, data l’evidente ansia propositiva di procedere in questo percorso di scrittura ambiziosa e raffinata che la presente, già lodevolissima opere, sembra prefigurare.