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Fruscio d’assenza

Haiku

Francesco De Girolamo (Biografia)
Gazebo Verde – Collana di testi brevi

Recensione di Roberto Maggiani
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Pubblicato il 24/07/2009 00:10:00

Ecco un altro prezioso gioiello delle edizioni Gazebo, pubblicato nella Collana di testi brevi Gazebo Verde. Francesco De Girolamo è nato a Taranto, vive a Roma, all’attivo ha diverse pubblicazioni e interventi su riviste letterarie. Si presenta con questa nuova raccolta di haiku, un componimento poetico di tre versi, caratterizzati da cinque, sette e cinque sillabe. È una poesia dai toni semplici che elimina i fronzoli lessicali e trae la sua forza dalle suggestioni della natura. Nel XVII secolo, in Giappone, diventa molto popolare, esso deriva dal tanka, componimento poetico di trentuno sillabe che risale al IV-V secolo e formato da cinque versi di 5-7-5-7-7 sillabe. Eliminando gli ultimi due versi si è formato l’haiku che, per l’estrema brevità, richiede una grande sintesi di pensiero e d’immagine. Eccone due brillanti esempi tratti dalla coinvolgente raccolta di De Girolamo, composta da trentanove minuti gioielli poetici: “Per gioco sfioro / le campane dell’uscio: / fruscio d’assenza.”; e: “Fiore di vetro, / la nuvola si infrange / contro la luna.”

“Fruscio d’assenza” ha due livelli principali di coinvolgimento, uno è quello in cui ci si lascia trasportare, sull’onda di una lettura più lesta, dalle suggestioni istintive evocate dalle forme e dai colori a cui ogni singolo haiku dà vita, perle di bellezza poetica formale; l’altro è quello in cui ci si ferma sui singoli haiku, magari in una seconda lettura, e si seguono le intuizioni/visioni profonde sulla realtà, evocate dalle metafore e dalle analogie, ci si svela la faccia nascosta del reale, quella sotto la scorza formale degli elementi naturali. Forma stilistica, lessicale e contenuti trovano, nella maestria con cui gli haiku di De Girolamo sono ricamati, una sintesi perfetta che svela armonie. Direi che De Girolamo sia trasportato, nella sua scrittura, dalla necessità di scovare le armonie universali che irradiano la loro luce sulle menti e i cuori che sanno vegliare nella notte (culturale? di valori? sapienziale?…) che ci avvinghia, in attesa che scivoli via il velo impalpabile adagiato sul reale che nasconde le invisibili parvenze delle cose. Con questi abili haiku, l’autore raccoglie le visioni parziali sul mondo in una unica e armonica totalità, la bellezza: “Piccole mani / muovono nella notte / luci segrete.”

E’ molto interessante trovare, nella parte finale del librino, una sezione intitolata “Sette haiku per Gaza”, a significare che la poesia deve sì indagare il reale, la natura, le sue intime relazioni, ma deve essere anche denuncia, verità e politica, quest’ultima intesa al modo di Sophia de Mello, che mi piace qui riportare:. “È la poesia che rende intero il mio stare sulla terra. E poiché è la più profonda implicazione dell’uomo nel reale, la poesia è necessariamente politica e fondamento della politica. La poesia cerca infatti il vero stare sulla terra dell’uomo e perciò non può estraniarsi da quella forma dello stare sulla terra che è la politica. Così come cerca la vera relazione dell’uomo con l’albero o con il fiume, il poeta cerca la vera relazione con gli altri uomini. Questo l’obbliga a cercare ciò che è giusto, questo lo implica in quella ricerca di giustizia che è la politica.”, con questo augurio, rivolto a tutti i poeti e in particolare a De Girolamo, mi sorge spontaneo un grazie per questa brevissima ma splendida raccolta che sa ricordare l’evangelico concetto che nella piccolezza può racchiudersi la grandezza della verità. Concludo proponendo questo suo splendido haiku tratto dalla sezione finale dedicata a Gaza: “Sangue su sangue, / occhi che hanno perduto / ombre d’attesa.”

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