Guido Brunetti e Valentino Brunetti
Rapporto tra aspetti neuro-psico-fisici della persona e ordinamento giuridico-sociale
Fin dai tempi antichi, la medicina nata con il compito di curare le malattie ha contribuito alla realizzazione di norme giuridiche, finalizzate sia a prevenire affezioni ed epidemie sia ad intervenire attraverso sanzioni contro i danni portati alla integrità psico-fisica della persona.
Da queste forme di collaborazione è nata e si è sviluppata la storia della medicina legale, una disciplina antica, ma in perenne rinnovamento, che si basa sullo studio dell’arte sanitaria e su quello del diritto.
I segni rudimentali si possono rinvenire fin dall’antichità. La più antica legge è il codice di Ur-Nammu, re di Sumer, che risale a 2050 anni a.C. Secondo la ricostruzione di Kramer, le tre leggi dettavano i seguenti principi: “Se un uomo a un uomo il piede ha tagliato 10 sicli d’argento egli dovrà pagare”. “Se un uomo a un uomo le ossa ha rotto una mina d’argento dovrà pagare”. Un’altra fonte giuridica è il “Codice di Hammurabi” (1955 a.C.).
La normativa tratta questioni di diritto penale, di diritto civile e di diritto commerciale. In particolare, viene prevista una pena corporale pari al danno arrecato denominata come “legge del taglione”. Al paragrafo 218 del Codice è contemplato che se “un medico ha eseguito un difficile intervento con un coltello di bronzo ed ha provocato la morte del soggetto, egli si tagli la mano.
Nella prima codificazione romana (451 a.C.), si trovano norme di interesse medico. Momenti storici significativi sono legati alla esperienza greco-romana, nella quale allo splendore del diritto egiziano e del diritto romano si unisce la notorietà della scuola medica alessandrina.
All’inizio della decadenza dell’Impero romano, il medico acquista un ruolo più rilevante. Nasce la figura dell’archiatra. Disposizioni di carattere medico-legale si colgono in epoca medioevale, periodo in cui risorge lo studio del diritto romano e vengono poste le basi di un ordinamento sanitario attraverso le “Constitutiones Augustales” (1231) di Federico II, dando vita ad uno sviluppo culturale e scientifico che si diffonde in tutta Europa e che prepara “il rinascimento della medicina”.
Si fa strada l’idea di ricorrere alle perizie del medico “ogni qualvolta si tratti di esaminare una ferita e di stabilire se a essa si possa o meno imputare la morte del soggetto. E’ il romano Paolo Zacchia (1584-1644), nominato archiatra da Innocenzo X nel 1644 e definito il padre della medicina legale che darà inizio alla pubblicazione di quelle “Questiones medico-legales”, le quali costituiscono la “pietra miliare” della disciplina in questione.
In virtù delle conquiste delle scienze mediche, una evoluzione significativa incontra la medicina legale nei secoli XVIII e XIX, allorché riceve nuove basi e nuovi orientamenti scientifici attraverso una produzione pubblicistica di notevole risalto e legata a studiosi italiani, tedeschi e francesi. Per tutti, citiamo Cesare Lombroso, psichiatra e medico legale, il quale è considerato il fondatore della medicina criminologica basata sullo studio diretto, somatico e psichico dell’uomo criminale.
Si tratta di un fecondo campo di studio in cui emerge la tendenza a privilegiare metodiche cliniche in virtù della considerevole espansione degli strumenti d’indagine; del numero notevole dei giudizi in materia di danno alla persona e della crescente rilevanza assunta dagli accertamenti medico-legali relativi allo studio della personalità dell’autore del reato.
Sta di fatto che le nuove acquisizioni in campo neuroscientifico, fisiopatologico, biologico, tossicologico, ematologico ecc.; l’emergere di nuove tecniche di ricerca; le nuove concezioni in materia socio-economica; i diritti costituzionali garantiti al soggetto hanno prodotto una svolta nella medicina legale. La quale viene ad assumere un ruolo sempre maggiore nella realizzazione di strumenti giuridici. Da ciò consegue che anche l’organizzazione degli istituti di medicina legale ha subito notevoli modificazioni, per cui essa è in grado di rispondere ad ogni indagine richiesta dallo Stato o dai singoli privati che abbia per soggetto problemi biologici a finalità amministrative.
Il primo Congresso italiano di medicina legale fu inaugurato nel 1898 a Torino, mentre a Roma la prima Cattedra di chirurgia anche forense fu istituita nel 1788 da Pio VI. Nel 1824 con la Bolla di Leone XII “Quod divina sapientia”, questa disciplina assunse la denominazione di “Medicina politico-legale”.
Concludendo, dobbiamo sottolineare che la medicina legale rivela il senso profondo della tutela giuridica della persona soprattutto in ordine ai “Beni” della vita e dell’integrità dell’essere umano.
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