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Ali e corazza

Romanzo

Daniele Trovato
Autodafé Edizioni

Recensione di Giuliano Brenna
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Pubblicato il 25/05/2018 12:00:00

 

Una lettura, questa, che mi ha stimolato e colpito, tratta di argomenti molto attuali da un punto di vista assai interessante. Angela è un transessuale che gravita in un ambiente metropolitano odierno, fatto di sesso, feste a base di cocaina e prostituzione usata per raggiungere potere e celebrità. In filigrana alla storia, che vedrà compiersi la parabola di Angelo, prima, e poi Angela, si dipana il grande tema, quello che a me è parso essere l’asse portante del libro. Ovvero la solitudine di chi si sente diverso, e non accettato. Il giovane protagonista segue un ben noto cammino, triste e comune a tanti adolescenti che crescono in una società omofoba e discriminante, dapprima si getta nella religione, e dalla sacrestia alle braccia del parroco il passo, si sa, è breve, le cronache ce lo raccontano. In questo caso la protervia sacerdotale si scolora in timidezza e imbarazzo, e il giovane Angelo, a quel punto, sarebbe anche disposto a lasciarsi andare al gioco, pur di trovare conforto e affetto tali da ripagare le mancanze che vive. Ma così non è, il sacerdote, forse avvezzo a prevaricare, non sa cosa significhi amare e preferisce defilarsi. Angelo, allora, vuole distruggere quella parte di sé che gli crea tanto imbarazzo e aderisce a una formazione di estrema destra, dove trovano ricettacolo molti cresciuti nell’ignoranza e nell’istigazione all’odio e molti che, come Angelo, vogliono nascondere quella parte che dà loro dolore: è noto come molti omofobi siano in realtà omosessuali che vogliono stornare i sospetti, o, appunto, uccidere, esorcizzare, la parte scomoda di sé stessi. Il viaggio a braccetto della destra sarà condiviso da una fidanzata di facciata, forse lesbica, che sembra condividere e capire quel che alberga nell’animo del protagonista. L’esperienza di odio e omofobia arriverà la notte in cui Angelo si troverà di fronte a quel che vuole essere, uno specchio che dovrebbe rompere, ma nel quale invece indugia a riflettersi. Il percorso ormai è segnato, la strada chiara, non resta che compiere l’ultimo passo, quello decisivo, che porterà Angelo a essere Angela, nuova vita e solitudine ancora maggiore. Senza rivelare oltre la trama, aggiungo che in un fatidico momento Angela si ritroverà di fronte a quello specchio che aveva le segnato il destino, specchio che non può essere infranto, neanche questa volta, e che si rivelerà ancor più decisivo.

Un bel romanzo, come dicevo, scritto in modo elegante e asciutto, l’argomento, che qualcuno definirebbe scabroso, è costruito in modo semplice e pulito. Laddove sarebbe facile cadere nel sensazionale, o nel trito voyeurismo, l’autore continua a tessere con intelligenza e tatto la sua storia. Nel racconto Angela è protagonista e voce narrante e sembra davvero di sentire la voce di chi troppe volte ha assistito a certe scene per trovarle ancora eccitanti o scandalose, sono semplici scampoli di vita, che uniti tra loro mostrano un tessuto, più interessante da guardare in profondità e nel dettaglio. L’autore, attraverso Angela, scandaglia l’animo umano e porta alla luce i guai dei nostri tempi in cui troppe giovani vite vengono usate per alimentare le menti distorte di chi ha il potere. E penso alle giovani che si prostituiscono per una comparsata in tv e ai giovani che soffrono a causa di chi detiene il potere attraverso l’odio, la discriminazione e l’omofobia.

Non posso terminare questi miei pensieri su “Ali e corazza” senza sottolineare una specie di intermezzo che l’autore inserisce a spezzare la tensione narrativa, la trama è interrotta da una breve parte quasi onirica, in cui gli avvenimenti vengono trascolorati in accenni poetici decisamente inaspettati, che sorprendono il lettore in modo piacevole, una sorta di breve viaggio nelle parti più recondite del pensiero di Angela, un trasporto su di un piano totalmente diverso di quanto narrato e che negli ultimi accenni rimanda, vivide, le sensazioni della protagonista.

I miei complimenti a questa opera prima di Daniele Trovato, scritta in modo lucido e appassionato, senza mai scivolare nello scontato o nel banale.

 


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