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Commenti al testo di Anna Giordano
La magia del divagare nei ragionamenti.
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Anna Giordano
- 04/12/2017 06:28:00
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Che il mio ritardo nel risponderLe, signor Ricotta, non sia frainteso, viaggio spesso e non sempre ho tempo e connessione a mia disposizione. Vorrei solo dirLe che ho già dimenticato il diverbio sorto a causa dellinfinito, uno dei miei difetti è di dire quel che penso, e uno dei miei pregi è che tutto ritorna come prima. Le mie impressioni sono state quelle che ho elencate, e siccome nessuno è infallibile, posso aver frainteso le sue raccomandazioni ad Arcangelo. In quanto alla mia ignoranza in materia al suo confronto è un dato di fatto, sono io ad averlo ammesso e non lei a dirmelo, condivido il fatto di non poter tutto sapere, ricordando Socrate con la sua emblematica risposta: "Io so di non sapere". e riallacciandomi a Dante cito la sua celebre terzina: "Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza". La ringrazio per le sue precisazioni e le auguro un buon inizio settimana.
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Angelo Ricotta
- 02/12/2017 07:04:00
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@ Anna Giordano - 01/12/2017 23:04:00
I "consigli" che davo ad Arcangelo non riguardavano assolutamente lei. Era un avvertimento generico rivolto al mondo. Non mi è mai passato per la mente che lei potesse essere una persona prepotente e simulatrice, anzi la considero una dolce signora. E mi è dispiaciuto dover fare certi rilievi sul suo scritto. Non ho scritto e non penso che lei sia ignorante nelle materie scientifiche. E comunque ognuno di noi ha le sue ignoranze, me compreso. Il fatto è che ritengo che quando si parla di certi concetti come linfinito, così densi di significato e che possiedono una storia imponente, occorra trattarli in modo appropriato.
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Anna Giordano
- 01/12/2017 23:11:00
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Ti ringrazio Arcangelo per la tua squisita gentilezza nel commentare tutti, senza metterti in mostra, con saggezza ed umiltà, pregi che pochi hanno. Ti auguro di trascorrere un buon fine settimana e una serena notte.
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Anna Giordano
- 01/12/2017 23:04:00
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Egregio signor Ricotta,
tengo a dirLe che arrampicarsi sugli specchi non è da me e non ne ho di bisogno perché ho lumiltà di ammettere lo sbaglio quando cè. I miei limiti e glielho dimostrato dicendoLe che sono unignorante in materia scienfica e che così facendo mi sono sottovalutata, cosa che lei sconsiglia, e insinuando che la sottoscritta faccia parte del mondo di prepotenti e simulatori ai quali lei non la fa passare liscia. Siccome entrambi abbiamo il nostro personale punto di vista riguardo linfinito da me visto come parola, vocabolo e lei in quanto come definizione scientifica, ebbene, che ognuno guardi la sua convinzione, rispettando, almeno per quanto mi compete, il suo punto di vista, anche se lei non rispetta il mio più che lecito diritto, di esprimermi come mi pare e piace e non debba essere trattata da persona prepotente, simulatrice e arrampicatrice sugli specchi.In quanto al suo amico Franco Bonvini posso solo dirgli che non ho bisogno del suo falso appoggio, perché la sua farsa è una pura presa in giro. E le persone irrispettose le ignoro e basta. Per me la notte non giunge prima della sera, cosa che dubito per coloro che vivono di eterna oscurità.
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Franco Bonvini
- 01/12/2017 21:36:00
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@Angelo mi meraviglia che non hai fatto un trattato sui tasti pesati.. un non addetto ai lavori potrebbe pensare che li hanno pesati uno a uno. Al processore invece tolgo l F8.
Mica siamo microprocessori; //il punto e virgola indica la fine dell istruzione
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Angelo Ricotta
- 01/12/2017 21:00:00
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@ Arcangelo Galante - 01/12/2017 19:25:00
Buon fine settimana anche a te. E non ti sottovalutare mai. Questo è un mondo di prepotenti e simulatori ai quali non bisogna farla passare liscia.
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Angelo Ricotta
- 01/12/2017 20:36:00
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@ Franco Bonvini - 01/12/2017 18:46:00 "una tromba suonata da una tastiera o un expander midi magari con un banco midi campionato si fatica a distinguerla da una vera." Lo so bene. Mio figlio ha una tastiera a 88 tasti pesati con suoni campionati e orchestra le sue canzoni con questa (più la chitarra).
"Per l’ infinito credo abbia ragione la Giordano. Mica siamo microprocessori F8" A Giordano ho risposto direttamente. Comunque ha torto. Ci mancherebbe confrontarci con lF8! Era un modestissimo 8 bit del 1974 con clock max di 1,79 MHz! Niente a che vedere, ad esempio, con un attuale Intel i7-6700K – 4.00 GHz/4.20 GHz Turbo Boost.
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Angelo Ricotta
- 01/12/2017 20:14:00
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@ Anna Giordano - 01/12/2017 18:27:00
Arrampicarsi sugli specchi per coprire degli errori non serve, per quanto mi riguarda. Riconfermo tutto quel che ho scritto. Per quanto concerne la frase sulla quale sono daccordo non è stata una svista ma ho lasciato la parola infinito fuori intenzionalmente a significare che sono daccordo sullammirazione per lestro umano ma non sul concetto di infinito come lo ha trattato lei.
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Arcangelo Galante
- 01/12/2017 19:25:00
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Un gioioso saluto, all’amica Anna, ed uno caro, ad Angelo Ricotta! Sempre interessanti le pubblicazioni ed i confronti armonici, tra il divagare dei ragionamenti, sui pensieri, le emozioni, i sentimenti ed i concetti esternati, al punto da stuzzicare persino i dubbi di chiunque vi legga. Modestamente, in qualità di semplice scribacchino, ammiro molto la capacità di entrambi nell’arricchire il sito, mediante interventi (almeno per il sottoscritto) utili e didascalici. Buon week-end, carissimi Anna ed Angelo. Grazie per avermi letto. Un saluto di sincera ammirazione.:-)
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Franco Bonvini
- 01/12/2017 18:46:00
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@Angelo, l assembler lo conosco poco, lo usavo qualche volta sui vecchi commodore e quasi esclusivamente per craccare i giochi che richiedevano password o chiavi hardware. So qualcosina di C++ ci pensa poi il compilatore a trasformarlo in linguaggio macchina. Per la musica, quella a moduli è riconoscibile ma una tromba suonata da una tastiera o un expander midi magari con un banco midi campionato si fatica a distinguerla da una vera.
Per l infinito credo abbia ragione la Giordano. Mica siamo microprocessori F8
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Anna Giordano
- 01/12/2017 18:27:00
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Buona sera signor Ricotta, La ringrazio per le sue precisazioni a riguardo del mio testo, che non ha nessuna pretesa o qualsivoglia presunzione scientifica, ma semplicemente vuole essere una sorte di gioco di parole.
Immagino che le avrò fatto drizzare i capelli in testa con le mie affermazioni, ma adoro giocare con le parole e solo a leggere il titolo si dovrebbe capire che è stato scritto con l’intento di spassarmi, visto che una delle parole contenute nel titolo è DIVAGARE. E siccome sono una appassionata di etimologia, aggiungo che la radice del verbo DIVAGARE nasce dal basso latino: DIVAGARI, composto dalla particella intensiva DI per DIS, che sta per allontanamento e Vagari è vagare e da cui, nasce anche la parola svago che, come prima ho detto, indica, fra laltro, anche spasso, divertimento che ho associato con la parola: MAGIA la cui radice etimologica è in latino Magia e in greco Megeia da Magos, mago riferendomi alla magia delle parole, di come se ne può cambiare il significato.
La magia del divagare nelle parole. Quando ho detto prendo una parola a caso era l’inizio del gioco che consisteva nel nello stravolgerla grammaticalmente staccando l’ IN- e utilizzandolo come preposizione semplice, e la parola FINITO in quanto tale, in modo da cambiarne volutamente il significato, altrimenti non avrei potuto continuare a giocare e sbizzarrirmi nella magia delle mie divagazioni. Inoltre quando ho scritto in-finito= nel finito, non era una spiegazione relativa alla etimologia della parola stessa, bensì una divisione della parola e dandole il significato che ho voluto in-finito e allo stesso tempo l’inizio di ciò che n’è seguito.
Inoltre ho l’impressione che non si sia soffermato più di tanto a leggere ciò che n’è seguito poiché spiego nei primi passi cosa vuol dire infinito.
Aggiungo che anteporre ad una parola di senso positivo, in, la volge al negativo appunto perché in è non. Es.: inverosimile, inopportuno, inappropriato ecc… Penso che in tanti anni ho appreso almeno a fare queste distinzioni. Non le pare?
In = nel= dentro e FINITO rimane invariato. Alla sua esclamazione: Anna Giordano "Che meraviglia lestro delle menti che con un esiguo numero di lettere, numeri o note possano creare col loro limite". Manca: L’nfinito. Senza, la frase non ha senso poiché incompleta. Forse è stata solo una distrazione da parte sua… Ma ha poi aggiunto: Sono d’accordo con questo tuo specifico pensiero.
Seguendo la lettura del suo commento ha seguitato dicendo: Per quanto riguarda altre affermazioni nel testo rilevo degli errori anche concettuali. Ed io le domando, oltre a quelli concettuali ci sono altri errori poiché c’è un anche?
Al seguente punto ho già risposto: Innanzitutto l’etimologia di infinito non è in-finito=nel finito ma in-finitus (latino)=non finito in quanto "in" ha significato di "non". Ne ho già spiegato il perché sopra.
Inoltre l’infinito non assume nessun concetto di finito perché il pensiero è in grado di concepire solo il finito, come lei afferma. A questo punto forse c’è stata una incomprensione da parte sua oppure una non chiara spiegazione da parte mia, poiché dicendo e riporto quanto ho scritto: L’infinito, in un certo senso, assume un concetto di finito anche se la parola sia nata per dire che non ha limite, ma che, comunque, definisce con essa il limite del suo significato. Mi riferivo alla parola e solo alla parola, infinito che, in un certo senso e sottolineo certo senso, perché vuol dire: sotto alcuni aspetti, e parlo del vocabolo, in quanto spiega il significato della parola infinito e che così facendo la definisce rendendo il suo significato definito, limitato al suo significato.
La matematica e la fisica, per dirne solo due, smentiscono ampiamente questa sua concezione. Ed io aggiungo: però l’italiano no, essendomi spiegata sufficientemente, almeno spero.
L’infinito non solo è concepibile ma anche formalizzabile. Non metto in dubbio le sue affermazioni che fanno parte del suo bagaglio professionale e che rispetto togliendomi tanto di cappello. Ma le faccio notare che non ho parlato dell’infinito in quanto materia di studio perché non potrei competere in questo campo e tanto meno con lei, anche se le scienze sono da sempre state materie di mia predilezione, conosco poco in merito comparando la sua formazione alla mia insignificante conoscenza. Per quanto riguarda il mare, le parole, le musiche in realtà sono tutte strutture finite anche se enormemente grandi e la loro grandezza si può anche calcolare. E qui Lei non fa altro che affermare quanto ho scritto. In quanto il mare pur non essendo infinito, gli si attribuisce sovente la parola d’infinito, solo perché essendo di vaste dimensioni, rende meglio il concetto d’immenso, per chi deve immaginarlo, che non quantificandone in cifre i litri di acqua che lo compongono. L’immagine del mare infinito, arriva prima che una cifra astronomica che ne indica la quantità, è più immediato il paragone con l’infinito, trovo che sia più spedito come concetto. Tutto qua! E non lo dico solo io, da sempre il mare è citato come infinito, in quanto immenso.
Nel linguaggio comune si può essere imprecisi ma non si deve confondere questa imprecisione con il reale concetto. E ciò non è poiché quanto ho spiegato penso che sia bastato a chiarire il tutto. Grazie per le sue precisazioni che mi hanno permesso di andare nello specifico. Buona serata a Lei.
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Angelo Ricotta
- 01/12/2017 18:22:00
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@ Franco Bonvini Infatti. Come tu ben sai anche la musica si può codificare in questo modo. Pensiamo a tutti gli strumenti digitali e ai software musicali. Un bel po di anni fa programmai in assembler un F8 per fargli suonare la Frescobalda. Ho ascoltato anche macchine recenti che compongono musica più o meno originale. Per ora non sono molto creative per cui un esperto può riconoscere che si avvalgono di moduli musicali già sentiti. Però hanno un vantaggio rispetto allumano: sono infallibili e infaticabili. Possono suonare a velocità impossibili per un essere umano. Un cantante "elettronico" può emettere note senza limiti di estensione.
Tornando al concetto di infinito, storicamente ci fu un dibattito. Aristotele riteneva che linfinito in atto non fosse possibile e che quindi potesse logicamente esistere solo linfinito potenziale. Ci volle un bel po di tempo per confutare questa convinzione. Verso la fine del 1800 Cantor creò una teoria consistente dellinfinito in atto.
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Franco Bonvini
- 01/12/2017 16:41:00
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Con i numeri poi ne bastano due.. 0 e 1
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Angelo Ricotta
- 01/12/2017 09:31:00
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@ Anna Giordano "Che meraviglia l’estro delle menti che con un esiguo numero di lettere, numeri o note possano creare col loro limite"
Sono daccordo con questo tuo specifico pensiero. Però per quanto riguarda altre affermazioni nel testo rilevo degli errori anche concettuali. Innanzitutto letimologia di infinito non è in-finito=nel finito ma in-finitus (latino)=non finito in quanto "in" ha significato di "non". Inoltre linfinito non assume nessun concetto di finito perché il pensiero è in grado di concepire solo il finito, come lei afferma. La matematica e la fisica, per dirne solo due, smentiscono ampiamente questa sua concezione. Linfinito non solo è concepibile ma anche formalizzabile. Per quanto riguarda il mare, le parole, le musiche in realtà sono tutte strutture finite anche se enormemente grandi e la loro grandezza si può anche calcolare. Nel linguaggio comune si può essere imprecisi ma non si deve confondere questa imprecisione con il reale concetto.
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