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Commenti al testo di Franca Alaimo
Prima di leggere
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Lorenzo Mullon
- 29/01/2012 20:33:00
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Una spirale di parole, fiabe, animaletti, sapori e affetti domestici, dentro una culla che è lanima, da cui ci scostiamo per sbirciare il mondo, e ritorniamo subito per ritrovarci
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Nando
- 25/01/2012 00:38:00
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E un testo "leggero" e "denso", un piccolo gioiello. Mi parla della cultura e della sua importanza antropologica; mi racconta dellinfanzia e del mondo interiore dei bambini; mi spiega il potere terapeutico dei linguaggi(i suoni, le patole); mi mostra i semi della ragione e le sue elaborazione nel confornto con lesistenza e le sua finitudine. Ancora, mi ripete che uqando il tempo si fa più fugace, ogni essere umana compie il suo viaggio di ritorno alle fonti dellamore e della conoscenza. Cara Franca, lora è tarda e solo adesso ho avuto modo di mettermi al pc, e ho così potuto fare solo una prima lettura di questa splendida poesia(a mio avviso, rimarrà nel tempo), la rileggerò. Intanto, ho voluto esprimeti le prime risonanze...buona notte!
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Franca Alaimo
- 24/01/2012 18:59:00
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Vi ringrazio, tutti, miei cari amici e lettori! però devo dare un piccolo dispiacere a Loredana: la poesia è dedicata già a Roberto, anche se la dedica non figura nel testo. Nel futuro vedrò di accontentarti. Un ringraziamento particolare allamica cubana Juana Rosa Pita, che,appena letta la poesia, lha subito tradotta, con la sua solita bravura, in spagnolo. Voglio ringraziare anche quelli che hanno letto e non hanno lasciato un commento, perché di loro ci si dimentica sempre, ed invece so che ci sono tanti che sanno leggere la poesia,ma non sono capaci di dirne. Vi abbraccio.
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Lorena Turri
- 24/01/2012 12:19:00
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Mi viene in mente la filastrocca dei mesi dellanno con gennaio che mette la parrucca e febbraio che simbacucca ma poi arriva marzo e toglie il Sole dalla prigionia. Quanta saggezza in quel canto materno e quanto insegnamento, ancor prima di leggere! Anche nel buio se simpara ad ascoltare, una voce melodiosa ci conduce verso la luce e ci libera dalloscurità.
Grazie, Franca.
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Sara Dimatera
- 24/01/2012 11:48:00
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In passato il canto dellusignolo veniva considerato un antidolorifico e doveva portare al morente una morte dolce e al malato una pronta guarigione. E proprio questo lusignolo che ci racconta Franca, quello incontrato nella sua infanzia; quello dal canto melodioso che "cura" lanimo, che quieta lo spirito impaurito e che dona a suo modo consolazione. Una poetessa Franca Alaimo che prima di leggere, ha imparato dalla sua genitrice, a cantare ed amare la Bellezza della vita donando agli altri più che a se stessa, una solenne testimonianza. Sara
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Maria Musik
- 24/01/2012 07:08:00
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Cara Franca, le tue poesia sono, spesso, per me, una celebrazione, un "giorno della memoria". Quando mi fai emozionare, ecco che vedo in te il poeta che riesce a cantare malgrado loppressione del "piede straniero sopra il cuore", lo schiavo che, benché appeso ad una croce, è libero perché sa di esserlo. E la poetica, contemporanea eppure madida di eco importanti, eredità difficili che tu conservi e ci elargisci con grazia e senza traccia di autocompiacimento. Ecco balzar fuori dai versi tua madre e la mia, accomunate dal loro narrare e recitare a memoria per nutrirci della parola e delle sue magie, prima che fosse scuola. E, lusignolo, protagonista nella mia fantasia bambina: unica consolazione dellimperatore sciocco che gli preferì un uccellino meccanico, compassionevole nellatto di sfilare una spina dal capo del Cristo morente, imbrattandosi del suo sangue... Ti sono grata perché, ogni volta, mi restitutisci a me stessa, donandomi un pezzo della tua vita. Credo sia questa un eucarestia: spezzarsi, farsi pane per tutti e mangiarsi, ritrovando lunità con il proprio sè e larmonia con il tutto.
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cristina bizzarri
- 23/01/2012 21:48:00
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Avrei voluto anchio condividere con te il miracolo di quelle notti, di una madre e un usignolo che sono così simili e ti conducono verso il giorno. Lo faccio ora.
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Carla de Falco
- 23/01/2012 20:10:00
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Meravigliosa.
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Loredana Savelli
- 23/01/2012 19:45:00
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Cara Franca, questa poesia mi entusiasma e me la vorreri auto-dedicare! : )) Ho trovato suggestivo e commovente quellusignolo certo che "ogni notte il vuoto della morte era traghettato/ Verso la vita dai versi di una veglia musicale". Ma ancora di più mi ha commosso il tuo voler capire la "sua" idea di buio. Mettersi nei panni di un esserino così innocente e allo stesso tempo così languido, il cui canto penetra le nostre fibre più profonde! "Quella smania di grazia sulla desolazione" è leterno anelito alla poesia, alla musica, alla nostra voce più autentica. E quando poi dici: "Era così incantevole che di lui ci fosse solo la voce:/Nota dopo nota contro l’angoscia del non vedere più nulla", allora il tuo sguardo di poeta si fa lungimirante e profetico. Quella voce è un richiamo ultraterreno, è un "avviso ai mainai" perché nel buio dellesistenza non perdano lunica rotta possibile: ascoltare nel rumore. Meraviglia!!!
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